Il fermo volere che nel cuore mi entra
non mi può becco svellere, né unghia
di leccapieddi, che per dir male si perde l’anima;
e poiché non oso batterlo con ramo né con verga,
almeno con la frode, andato via lo zio,
godrò il Piacere nel giardino o nella camera.
II
Quando mi ricordo della camera
dove, a mio danno, so che nessun uomo entra
- anzi con me son tutti peggio del fratello o dello zio -
non ho membro che non frema, neanche l’unghia,
come il fanciullo davanti alla verga:
tanto è il timore che le sia troppo all’anima.
III
Al corpo le fossi, non all’anima,
e mi accogliesse di nascosto nella sua camera,
che più mi ferisce il cuore di un colpo di verga,
poiché il suo servo là dov’ella sta non entra;
sempre sarò con lei come carne e unghia
e non crederò a consiglio d’amico né di zio.
IV
Mai la sorella di mio zio
amai tanto, né di più, per la mia anima!,
e tanto vicino quant’è il dito all’unghia,
se a lei piacesse, vorrei stare alla sua camera:
mi può dominare, l’amore che nel cuore mi entra,
come fa un uomo forte con la flebile verga.
V
Da quando florì la secca verga
e da Adamo nacquero nipoti e zii,
un amore tanto fino come quello che nel cuore mi entra
non credo sia stato mai né in corpo né in anima:
dovunque io stia, fuori in piazza o dentro in camera,
il mio corpo non si allontana da lei tanto quanto tiene l’unghia.
VI
Così s’apprende e s’inunghia
il mio corpo in lei come la scorza nella verga,
poiché mi è di gioia torre e palazzo e camera,
e non amo tanto fratello, genitore, o zio,
che in Paradiso ne avrà doppio Gaudio la mia anima,
se mai qualcuno per Bene Amare là entra.
VI
Arnaut invia la sua canzone d’unghia e zio
- che sia gradita a lei che di sua verga l’anima -
al suo Desiderato, il cui Pregio nella camera entra.