Revisione di Edizione diplomatica del Lun, 26/11/2018 - 12:18

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[c. 42rB]
 

.F. G.
Alquanto che uergogna e
che dogliaggio. equanto
che conforto eche gioire.
sebene isguardo colueder dogni sa
ggio. ufui usono uspero anche ue
nire. Vergognar troppo edoler la
sso deggio. poi fui dalmio princip
io amezza eitate. inloco laido de
zorrato ebrutto. oue minuolsi
tutto. euenni inloco infermo
pouer nuto. ciecho sordo emuto.
 

[c. 42vA]
 

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desuiato uanito emorto epegg
io. chetutto eldetto male mauea
sauore. equanto alprenditore. p
iu malli piace piggiore. che pur
nelmal loqual for grato offende.
alcun remedio hom prende. mamal
gradiuo ben tutto ruina. enoa
medicina. chesolo ladiuina pieta
te.
Quanto deo sua merce dato ma
uia. disenno edicoraggio edipode
re. solo asua lauda easalute mia.
ealprossimo mio prode tenere. A
doltraggio dilui eamia morte. e 
aperiglio altrui loperai lasso. fra
glialtri miei follor fu cheo trouai.
dedizamor camai. pregiai onta e 
chantai dolcie dipianto. eingegn
iaimi manto. infare altrui eme
saccente forte. perdendo elnostro dio e 
damico. guai lasso ame dico. egu
ai achi nemico. ehomo matto cre
de esegue legge. domo chesensa
legge. pero fugha lomeo folle dir
chomo. suo gran nemico ognomo.
cheoluieto atutti epermaluagio il ch
asso.
Mauergognar dimia honta min
nora. emallegra doler delmeo dolo
re. equanto brutto piu loco fui
lora. poi chi neson partito ami sa
uore. Poi uoi tra dolce beata ma
ria. non guardando mia grande
euil bassessa. inuostra altera altessa
oltra penseri. auostro caualeri. micon
uitaste emidegnaste amare. ede
 

[c. 42vB]
 

   

[c. 43rA]