

[c. 42rB]
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.F. G. Alquanto che uergogna e che dogliaggio. equanto che conforto eche gioire. sebene isguardo colueder dogni sa ggio. ufui usono uspero anche ue nire. Vergognar troppo edoler la sso deggio. poi fui dalmio princip io amezza eitate. inloco laido de zorrato ebrutto. oue minuolsi tutto. euenni inloco infermo pouer nuto. ciecho sordo emuto. |
[c. 42vA]
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- desuiato uanito emorto epegg io. chetutto eldetto male mauea sauore. equanto alprenditore. p iu malli piace piggiore. che pur nelmal loqual for grato offende. alcun remedio hom prende. mamal gradiuo ben tutto ruina. enoa medicina. chesolo ladiuina pieta te. Quanto deo sua merce dato ma uia. disenno edicoraggio edipode re. solo asua lauda easalute mia. ealprossimo mio prode tenere. A doltraggio dilui eamia morte. e aperiglio altrui loperai lasso. fra glialtri miei follor fu cheo trouai. dedizamor camai. pregiai onta e chantai dolcie dipianto. eingegn iaimi manto. infare altrui eme saccente forte. perdendo elnostro dio e damico. guai lasso ame dico. egu ai achi nemico. ehomo matto cre de esegue legge. domo chesensa legge. pero fugha lomeo folle dir chomo. suo gran nemico ognomo. cheoluieto atutti epermaluagio il ch asso. Mauergognar dimia honta min nora. emallegra doler delmeo dolo re. equanto brutto piu loco fui lora. poi chi neson partito ami sa uore. Poi uoi tra dolce beata ma ria. non guardando mia grande euil bassessa. inuostra altera altessa oltra penseri. auostro caualeri. micon uitaste emidegnaste amare. ede |
[c. 42vB]
[c. 43rA]