Un escudeiro vi oj’ arrufado por tomar penhor a Maior Garçia por dinheiros poucos que lhi devia; e diss’ela, poi-lo viu denodado: “Senher, vós non mi afrontedes assi e sera ‘gora un judeu aqui, con que barat’, e dar vos ei recado. |
I. Ho visto oggi uno scudiero infuriato nel pignorare Maior Garçia per pochi denari che gli doveva, ed ella disse, dopo averlo visto audace: “Signore, voi non maltrattatemi così, sarà presto qui un ebreo, con il quale sto negoziando, e vi darò informazioni |
De vossos dinheiros de mui bon grado; e tornad’aqui ao meio dia e entando verrá da Judaria aquel judeu con que ei baratado e un mouro, que á ‘qui de chegar, con que ei outrossi de baratar; e, en como quer, farei vos eu pagado”. |
II. di buon grado sui vostri denari e tornate qui a mezzogiorno e intanto verrà dalla Judaria quell’ebreo, con il quale ho negoziato, e un moro, che arriverà qui, con il quale ho da negoziare ugualmente, e farò in modo che ti pagherò”. |
E o mouro foi log’ ali chegado e cuidou-s’ela que el pagaria dívida uelha que ela devia; mais diss’o mouro: “Sol non é pensado que vos paguedes ren do meu aver meos d’eu <carta> sobre vós fazer, ca un iudeu avedes enganado”. |
III. E poco dopo arrivò il moro ed ella pensò che egli avrebbe pagato il vecchio debito che ella doveva, ma il moro disse: “Non è nemmeno da pensare che voi pagaste qualcosa con i miei averi, a meno che io non faccia su di voi un’ipoteca, perché avete ingannato un ebreo.” |
E ela disse: “ Fazede vós qual carta quiserdes sobre min, pois d’al non poss’ aver aquel omen pagado”. |
IV. Ed ella disse: “Fate voi qualsiasi contratto desideriate con me, poiché altrimenti non posso aver quell’uomo appagato”. |
E o mouro log’a carta notou Sobr’ela e sobre quanto lh’achou, e pagou a e leixou lh’ o tralado. |
V. E il moro subito scrisse il contratto su di lei e su quanto le trovò, e pagò e le lascio la copia. |