U n' amoroso sguardo spiritale M' ha ritrouato* amor tanto posse(n)te* Ch'assai piuch(e) non suole huomo* m'assale Et a pensar mi stringe coralme(n)te* U er lamia donna uerso chi* non uale *Merzè *pietà ne esser' sofferente* Che souent ' hore mi da pena tale, Che 'n pocha parte il cor' lauita se(n)te Maquando sentoch(e) sidolce sguardo Per mezzo gliocchi passo dentro alcore Et poseui uno spirito digioia Dilej gratificar' giamaj* no(n) tardo Cosi pregata fosse ella d' amore Che un po' dipieta mi fosse* noia : |
* Il sonetto è accompagnato dalle seguenti varianti poste nel margine destro:
al v 2 troviamo rinnouato e piacente come varianti di ritrouato e posse(n)te
al v 3 per il vocabolo huomo troviamo hora
al v 4 il verso intero Et a pensar mi stringe coralme(n)te presenta la forma Et stringemj a pensar' coralem[ente] → la parte finale dell'avverbio non è in realtà visibile nell'immagine digitalizzata ma si deve supporre che la parola fosse presente per intero nel margine destro
al v 5 chi presenta la variante cuj
al v 6 troviamo le aggiunte della negazione ne davanti a Merzè e a pietà e in più è presente la variante di stare soffrente al posto di esser' sofferente
al v 12 Dilej gratificar' giamaj trova a lato la forma Difarne Mej merze giamaj
al v 14 troviamo no ifosse come variante di mi fosse