Revisione di Edizione diplomatico-interpretativa del Lun, 05/07/2021 - 12:46

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I
IN uoi m(i)adonna misi lomio core. bene more. damore. eneiente loposso dipar
tire. jouiuo jngrade temen za edintremore. tutore. uolore. nonagio chesen
to locore partire. pere chi core nonaue. matroppo ecosa graue. adisturbare
lamortte. chefortte. chenolapo omo neiente fugire. serrato lamore aue. locore
comfortte chiaue. edentro dale portte. sifortte .che p(er)voi bella uolesi morire.
In voi, mia donna, misi lo mio core:
bene more
dʹamore,
e neiente lo posso dipartire.
Jo vivo jn grade temenza ed in tremore
tutore;
volore
non agio, ché sento lo core partire.
Père chi core non ave,
ma troppo è cosa grave
a disturbare la mortte,
chʹè fortte,
che no la po’ omo neiente fugire.
Serrato lʹamore ave
lo core com fortte chiave
e dentro da le portte
si fortte,
che per voi, bella, volesi morire.
II
Selocore more morire jo nonuolglio. cordolglio. chio nomsolglio. auere nona
veria ne nulla pena. ma quanto uiuo sanza core piu dolglio. esfolgio dorgolglio.
lamia p(er)sona che core nolamena. pero chenuoi lomisi. enolonediuisi. faccio
giusta uendetta piu diritta. chesio morisse cheuiuo jnchatena. nonma legr[ai](1)
nerisi. poi chelocore asisi. jnuoi bella codetta. piu st(r)etta. fia lamia uita dongn
altra terena.
Se lo core more, morire jo non volglio:
cordolglio
chʹio nom solglio
avere, non averia, né nulla pena;
ma quanto vivo sanza core, più dolglio,
e sfolglio d’orgolglio
la mia persona, ché core no la mena,
però che ʹn voi lo misi
e no lo ne divisi:
faccio giusta vendetta più diritta
che sʹio morisse, ché vivo jn chatena.   
Non mʹalegr[ai] né risi
poi che lo core asisi
jn voi, bella, c’o detta:
più stretta
fia la mia vita dʹongnʹaltra terena.                                    
III
IN dolglia co(n) martiri ecompenare. istare. mipare. poi chio pietatate jnuoi don(n)a
nontrouo. empreso lamanera elcostu mare. damare. dottare. ciaschuna cosa
adumilta mi mouo. Jntalora cominza. giamai. auere non credo abento. torme
nto edolglio sen(n)o p(ro)uedere. dapoi chio namorai. diguai. masuete fatto jlno
drimento. del compimento. nomsacio donna chetalento auete.
In dolglia con martìri e com penare
istare
mi pare,
poi chʹio pietate jn voi, donna, non trovo;
eʹmpresʹo la manera e ʹl costumare
d’amare:
dottare
ciaschuna cosa; ad umiltà mi movo.
Jn tal ora cominza
già mai
avere non credo abento:
tormento e dolglio, se˙nno provedere;
da poi chʹio ʹnamorai,
di guai
mʹavete fatto jl nodrimento:
del compimento
nom sacio, donna, che talento avete.                                                                                     
IV
Sio pur malegro etengno jnuoi speranza. pietanza. damanza. nomsa dumilia
jnuerme uostro core. credo che p(er) lontana adimoranza. labenenanza. uene jmfa
lanza. elagrangioia feniscie condolore. Dumqua uedette. etenete. lauia delo
sauere. chauere. nompote donna presgio lungiamente veramente. segaia
ebella sete. egia nomp(ro)uedete. ciocheuifa ualere. edispiacere. b pietate ebieltate
edumiltate solamente.
Sʹio pur mʹalegro e tengno jn voi speranza,
pietanza!,
dʹamanza,
nom sʹadumilia jnverʹ me vostro core;
credo che per lontana adimoranza
la beneanza
vene jm falanza,
e la gran gioia feniscie con dolore.
Dumqua, vedette,
e tenete
la via de lo savere:
chʹavere
nom pote donna presgio veramente,
se gaia e bella sète
e già nom provedete
ciò che vi fa valere
e dispiacere:
pietate ed umiltatete solamente.
V
Camzonetta dipresente tinuia. jmcortesi. chia ballia. dicomsilgliare amante di
samato. che p(er) sua diletosa gientilia. gia me nobria. loro compangnia. noma bandoni
p(er) chio sia afondato. Map(er) me umile mente. alauenente. che si dispietosa. si chegioiosa.
tornasse jnuerdime p(er) sua preghera. chesima lungiamente. p(er)dente. lamia uita do
lgliosa. etenebrosa. nomfosse sempre dicotale manera.
Camzonetta, di presente tʹinvia,
jm cortesi,
chi a ballia
di comsilgliare amante disamato;
ché per sua diletosa gientilia
già mʹè ʹn obria
loro compangnia:
no mʹabamdoni perchʹio sia afondato;
ma per me umilemente
a lʹavenente
chʹè sì dispïetosa,
sì che gioiosa
tornasse jnverʹ di me per sua preghera;
che, sì mʹa lungiamente
perdente,
la mia vita dolgliosa
e tenebrosa
nom fosse sempre di cotale manera.                                                          

NOTA:
1)
In V, le ultime lettere della parola sono quasi illeggibili. A testo si è proceduto inserendo una possibile ipotesi di lettura tenendo conto anche del contesto generale: legr[ai]
1) Molto significativa è l’attenzione di Aldo Menichetti per lo schema metrico delle canzoni che lo porta sovente a distaccarsi dalla numerazione dei versi dei singoli componimenti rispetto all’originale manoscritto e a segnalare eventuali asimmetrie ed irregolarità rispetto alla norma versificatoria. Alla destra della diplomatico-interpretativa si riportano eventuali differenze del testo di Menichetti nella disposizione dei versi rispetto all'originale manoscritto.