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I |
IN uoi m(i)adonna misi lomio core. bene more. damore. eneiente loposso dipar tire. jouiuo jngrade temen za edintremore. tutore. uolore. nonagio chesen to locore partire. pere chi core nonaue. matroppo ecosa graue. adisturbare lamortte. chefortte. chenolapo omo neiente fugire. serrato lamore aue. locore comfortte chiaue. edentro dale portte. sifortte .che p(er)voi bella uolesi morire. |
In voi, mia donna, misi lo mio core: bene more dʹamore, e neiente lo posso dipartire. Io vivo in grade temenza ed in tremore tutore; volore non agio, ché sento lo core partire. Père chi core non ave, ma troppo è cosa grave a disturbare la mortte, chʹè fortte, che no la po’ omo neiente fugire. Serrato l’amore ave lo core com fortte chiave e dentro da le portte si fortte, che per voi, bella, volesi morire. |
II |
Selocore more morire jo nonuolglio. cordolglio. chio nomsolglio. auere nona veria ne nulla pena. ma quanto uiuo sanza core piu dolglio. esfolgio dorgolglio. lamia p(er)sona che core nolamena. pero chenuoi lomisi. enolonediuisi. faccio giusta uendetta piu diritta. chesio morisse cheuiuo jnchatena. nonma legrai nerisi. poi chelocore asisi. jnuoi bella codetta. piu st(r)etta. fia lamia uita dongn altra terena. |
Se lo core more, morire io non volglio: cordolglio chʹio nom solglio avere, non averia, né nulla pena; ma quanto vivo sanza core, più dolglio, e sfolglio d’orgolglio e sfoglio la mia persona, ché core no la mena, d'orgoglio però che ʹn voi lo misi la mia persona, ché cor no la mena, e no lo ne divisi: però che 'n voi lo misi faccio giusta vendetta più diritta e no lo ne divisi: che sʹio morisse, ché vivo in chatena. faccio giusta vendetta Non mʹalegrai né risi più dritta poi che lo core asisi che s'io morisse, ché vivo in catena. in voi, bella, c’o detta: Non m'alegrai né risi più stretta poi che lo core asisi fia la mia vita d’ongnʹaltra terena. in voi, bella, c'ho detta: più stretta fia la mia vita d'ogn'altra terena. |
III |
In dolglia co(n) martiri ecompenare. istare. mipare. poi chio pietatate jnuoi don(n)a nontrouo. empreso lamanera elcostu mare. damare. dottare. ciaschuna cosa adumilta mi mouo. Jntalora cominza. giamai. auere non credo abento. torme nto edolglio sen(n)o p(ro)uedere. dapoi chio namorai. diguai. masuete fatto jlno drimento. del compimento. nomsacio donna chetalento auete. |
In dolglia con martìri e com penare istare mi pare, poi chʹio pietate in voi, donna, non trovo; eʹmpresʹo la manera e ʹl costumare d’amare: dottare ciaschuna cosa; ad umiltà mi movo. In talore cominza già mai avere non credo abento: tormento e dolglio, se˙nno provedere; tormento da poi chʹio ʹnamorai, e doglio <forte>, se˙nno provedete; di guai da poi ch'io 'namorai, masuete fatto il nodrimento: di guai del compimento m'è fatto il nodrimento: nom sacio, donna, che talento avete. del compimento non sac<c>io, donna, che talento avete. |
IV |
Sio pur malegro etengno jnuoi speranza. pietanza. damanza. nomsa dumilia jnuerme uostro core. credo che p(er) lontana adimoranza. labenenanza. uene jmfa lanza. elagrangioia feniscie condolore. Dumqua uedette. etenete. lauia delo sauere. chauere. nompote donna presgio ebella sete. egia nomp(ro)uedete. ciocheuifa ualere. edispiacere. edumiltate solamente. |
S’io pur m’alegro e tengno jn voi speranza, pietanza!, d’amanza nom sʹadumilia jnverʹ me vostro core; credo che per lontana adimoranza la beneanza vene jm falanza, e la gran gioia feniscie con dolore. Dumqua, vedette, e tenete la via de lo savere: ch’avere nom pote donna presgio veramente, se gaia e bella sète e già nom provedete ciò che vi fa valere e dispiacere: pietate ebieltate ed umiltatete solamente. |
V |
Camzonetta dipresente tinuia. jmcortesi. chia ballia. dicomsilgliare amante di samato. che p(er) sua diletosa gientilia. gia me nobria. loro compangnia . noma bandoni p(er) chio sia afondato. Map(er) me umile mente. alauenente. che si dispietosa. si chegioiosa. tornasse jnuerdime p(er) sua preghera. chesima lungiamente. p(er)dente. lamia uita do lgliosa. etenebrosa. nomfosse sempre dicotale manera. |
Camzonetta, di presente tʹinvia, im cortesi, chi a ballia in cortesi<a>, di comsilgliare amante disamato; chi ha balia ché per sua diletosa gientilia di consigliare amante disamato; già mʹè ʹn obria ché per sua diletosa gentilia loro compangnia: già m'è 'n obria no mʹabamdoni perchʹio sia afondato; lor compagnia: ma per me umilemente no m'abandoni perch'io sia afondato; a lʹavenente ma per me umilmente chʹè sì dispïetosa, <vadane> a l'avenente sì che gioiosa ch'è sì dispïetosa, tornasse inverʹ di me per sua preghera; sì che gioiosa che, sì mʹa lungiamente tornasse inver' di me per sua preghera; perdente, che, sì m'ha lungiamente la mia vita dolgliosa perdente, e tenebrosa la mia vita dogliosa nom fosse sempre di cotale manera. e tenebrosa non fosse sempre di cotal manera. |
NOTA:
1) Molto significativa è l’attenzione di Aldo Menichetti per lo schema metrico delle canzoni che lo porta sovente a distaccarsi dalla numerazione dei versi dei singoli componimenti rispetto all’originale manoscritto e a segnalare eventuali asimmetrie ed irregolarità rispetto alla norma versificatoria. Alla destra della diplomatico-interpretativa si riportano eventuali differenze del testo di Menichetti nella disposizione dei versi rispetto all'originale manoscritto.