Revisione di Edizione diplomatico-interpretativa del Mer, 30/06/2021 - 18:33

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I
Quando mimembra lassa. sicome gia fui damore. pemsando alore. bene
douria morire languire. uegiendo lomeo sire. meno nguardare epassa. eglio
chi bassa. mostra chio sia dolore.  Maio non(n)o ualore nullaltro mapesanza. ve
giendo lamia amanza. dipartire. voria morire. oritornare alasua bene
nanza.
Quando mi membra, lassa,
sì come già fui dʹamore,
pemsando alore
bene dovrïa morire languire,
vegiendo lo meo sire
me non guardare: eʹ passa
e gli ochi bassa;
mostra chʹio sia dolore.
Ma io nonn-o valore nullʹaltro ma pesanza:        Ma io nonn-ho valore
vegiendo la mia amanza                                   null'altro ma pesanza:  
di partire,                                           veg<g>endo la mia amanza – dipartire,
voria morire
o ritornare a la sua benanza.
II
Bene uoria ritornare. quantio piu potenza. emetere jnubidenza. acio chio
auere potesse cio chio solglio. nonmisaria cordolglio. ma disio trouare. vo
gliendo comseruare. compiuta sua piagienza. poi chedillui seruenza. nono
chedegio fare. piangiere esospirare. tutauia. olasua sengnoria. compiuta
raquistare.
Bene voria ritornare,
quantʹiʹ o più potenza,
e metere In ubidenza,
a ciò chʹio avere potesse ciò chi’io solglio;
non mi saria cordolglio
ma disïo trovare,
vogliendo comservare
compiuta sua piagienza.
Poi che di llui servenza
non o, che degio fare?
Piangiere e sospirare                              
tutavia,                                             Piangere e sospirare – tutavia,
o la sua sengnoria
compiuta raquistare.
III
Eo Raquistare nomposso. lassagiamai dilletto. chio falli ilsuo precietto.
sono dengna dauere pena. piu che donna terena. pero elmeo sire mosso.
sifero uerme adosso. chenomchura meo detto. Dumqua cheneraspetto do
lglia emaninconia. dapoi chema nobria. nomso chedegia fare. piangiere
sospirare. tanto chamenderagio laffolia.
Eo raquistare nom posso,
lassa, giamai dilletto,
chʹio fallii ʹl suo precietto:
sono dengna d’avere pena
più che donna terena.
Però è ʹl meo sire mosso
sì fero ver me adosso
che nom chura meo detto:
dumqua, che ne raspetto? Dolglia e maninconia.    dunqua, che ne raspetto?
Da poi che mʹa ʹn obria,                                        Doglia e maninconia.
nom so che degia fare:                                         Da poi che m'ha 'n obria,
pianger e sospirare                                              non so che deg<g>ia fare:
tanto chʹamenderagio la ffollia.                              pianger e sospirare
                                                                 
tanto ch'amenderag<g>io la follia. 
 
IV
Lo mio greue follore. lassame dolorosa. fu quandio dispetosa. credea chegli
altra amasse. ochenuer me fallasse. losuo ueracie amore. sio nesento
dolore. rasgione poi chedio nefui uolgliosa. Esio partto dolgliosa. non(n)e gia me
rauilglia. dumque sesasotilglia. didarmi malenanza. conuette compie tanza.
merze cherendo che nalzi lecilglia. 
Lo mio greve follore,
lassa me dolorosa,
fu quandʹio dispetosa
credea chʹegli altra amasse,
o che ʹnverʹ me fallasse
lo suo veracie amore:
sʹio ne sento dolore
rasgion’è, poi ched io ne fui volgliosa;
e sʹio partto dolgliosa
nonn-è già meravilglia.
Dumque, se sʹasotilglia
di darmi malenanza,
convette com pietanza
merzé cherendo, che ʹnalzi le cilglia.
V
Colemani giunte auanti. dolzelmeo sire piangiendo. umilemente cheren
do. delmio fallire p(er)dono. esio colpata sono. on(n)e sospiri epianti. li
miei dolori sono tanti. chio tuta ardo edingiendo. pero seuoi uegiendo.
comosolete nomfate. chemoro jnueritate. sio noritorno allopremcipio
stato. chio uagia jnamorato. vbriando lafera niquitate.
Co le mani giunte avanti,
dolze meo sire, piangiendo,
umilemente cherendo
del mio fallire perdono:
e sʹio colpata sono,
onne sospiri e pianti;
li miei dolori sono tanti
chʹio tuta ardo ed ingiendo:
però, se voi vegiendo,
como solete nom fate
ché moro jn veritate,
sʹio no ritorno a llo premcipio stato
chʹio vagia jnamorato
ubriando la fera niquitate.

NOTE:
1)
Molto significativa è l’attenzione di Aldo Menichetti per lo schema metrico delle canzoni che lo porta sovente a distaccarsi dalla numerazione dei versi dei singoli componimenti rispetto all’originale manoscritto e a segnalare eventuali asimmetrie ed irregolarità rispetto alla norma versificatoria. Alla destra della diplomatico-interpretativa si riportano eventuali differenze del testo di Menichetti nella disposizione dei versi rispetto all'originale manoscritto.