Revisione di edizione diplomatico-interpretativa del Sab, 20/02/2021 - 23:23

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Assai miplageria. seccio fosse

chamore. auesse inse sentore.

dintendere didire. Cheo liri

menbreria. como fa seruidore. p(er)fi

ate asiuo segnore. meo lontano s(er)

uire. Efariali asauire. lomale un

dio no(n)mozo lamentare. acquella

chelmeo cor no(n)po obbriare. Mam

or no(n)ueo. eteo neson temente. p(er)

chelmeo male adesso eppiu pu(n)ge(n)

te;

 

I.
Assai mi plageria
se ciò fosse, c’amore
avesse in sè sentore
d’intendere, di dire
ch’eo li rimenbreria
como fa servidore
per fiate a siuo segnore
meo lontano servire.
E fariali a savire
lo male un Dio non m’ozo lamentare
a quella che ‘l meo cor non po’ obbriare.
M’amor non veo et eo ne son temente
per che ‘l meo male adesso è più pungente;

 

Amor senp(re) miuede. ea min suo             

podere. cheo no(n) posso uedere. sua

propria figura. Cheo son ben ditale fe

de. poicamor po ferire. credo possa o

guarire. segondo sua natura. Cio sé

e chemassigura. cheo son tutto

alasua signoria. como ceruio in

calciato mante uia. Che qua(n)do lo

mo losgrida piu forte. torna uer lui

nondubitando morte.

 

II.
Amor senpre mi vede
e ha mi ‘n suo podere
ch'eo non posso vedere
sua propria figura.
Ch’eo son ben di tale fede
poi c’amor po’ ferire
credo possa o guarire
segondo sua natura.
Ciò s'è che m’assigura
ch’eo son tutto a la sua signoria
como ceruio incalciato mante uia
Che, quando l’omo lo sgrida piu forte,
torna ver lui non dubitando morte.
 

Non douerea dottare. amoruera

cemente. poi leale ubidente. li fui

daquello giorno. Chemi seppe mos

trare. Lagioi chesenp(re)o(n)mente. chem

a distrettamente. tutto legato in

torno. Siccome lunicorno. diuna

pulcella uergine innaurata. cheda

licacciatori eamaestrata. delaqual

dolcemente sinnamora. sichelole

gha eno(n)sene dacura.

 

III.
Non doverea dottare
amor veracemente
poi leale ubidente
li fui da quello giorno.
Che mi seppe mostrare
la gioi che senpre ho ‘n mente
che m’ha distrettamente
tutto legato in torno.
Sì come l’unicorno
di una pulcella vergine innaurata
che da li cacciatori è amaestrata
de la qual dolcemente s’innamora
sì chè lo lega e non se ne dà cura.

 

Poi chemappe ligato. also gliocchi

esorrise. sicha morte mimise. como

lobadalisco. Chalcide cheglie dato.

cogliocchi soi malcise. La mia mo(r)

te cortise. cheo moro epoi riuisco.   
Deo cheforte uisco. mepare che

ssia prezo alemie ale. cheluiue                     

re elmorire no(n)mi uale. comomo

inmare siuede perire. eca(m)pare po

tessen terra gire;

 

IV.
Poi che m’appe ligato
alsò gli occhi e sorrise
sì c’a morte mi mise
como lo badalisco.
C’alcide che gli è dato
co glio cchi soi m'alcise.
La mia mort’è cortise.
ch’eo moro e poi rivisco
Deo, che forte visco
me pare che sia prezo a le mie ale
che ‘l vivere e ‘l morire non mi vale
com’omo in mare si vede perire
e campare potesse ‘n terra gire;

 

Terra mifora porto. Diuita sigu  

ransa. poi mercededottansa. mi

distringie eson muto. Cheo mene

sono accorto. damor chennomau

ansa. poi p(er)lunga aspettansa. lo

giudeo ep(er)duto. Sseo nonaggio

aiuto. damor chemaue etene in

sua p(re)gione. no(n)so ache corte dima(n)

di ragione. farraggio como lo pe

netensiale. chespera bene soffere(n)

do male.

 

V.
Terra mifora porto
di vita siguransa
poi mercede dottansa
mi distringie e son muto.
Cheo me ne sono accorto
d’amor che no mavansa
poi per lunga aspettansa
lo giudeo è perduto.
Ss’eo non aggio aiuto
d’amor che m’ave e tene in sua pregione.
non sò a che corte dimandi ragione
farraggio como lo penetensiale
che spera bene sofferendo male.