Revisione di edizione diplomatica del Mar, 16/02/2021 - 19:05

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ᵻssai cretti celare
Cio che mi conuien dire
Chi lo troppo tacere
Non ce manta stagione
Et di troppo parlare
Puo danno adiuenire
Per che mauene temere
Luna et laltra cagione
Quando homo ha temenza                  
Di dir ciò che conuene                                     
Lieuemente adiuene
Che in suo dire è fallanza
Homo temete non è ben suo signore
Pero sio fallo il mi perdoni amore
 
Certo ben so temente
Di mia uoglia mostrare
Et quand io creo possare
Meo cor prende arditanza
Et fa similimente
Come chi va ad furare
Che pur veder li pare
Lombra di chi ha dottanza
Et poi prende ardimento
Quanto ha maggior paura
Cosi amor massicura
Quando più mi spavento
Chiamar merze ad quella ad cui sò dato         
Ma poi laueo oblio cio cho pensato 

Dolce me loblianza
Ancor mi sia nocente
Cheo uiuo dolcemente
Mentre mia dona miro
Et honni gran pesanza
Poi chio so’ conoscente
Chella no(n) cura nie(n)te                               
Di cio dondio sospiro
Et piango p(er) usaggio
Come fa lo malato
Che si sente agrauato
Et dotta in suo coraggio
Che per lamento li par spesse fiate
Li passi parte di ria uolontate
 
Così pianto et lamento
Mida gran benignanza
Cheo sento mia grauanza
Per sospiri amontare
E dammi Jnsegname(n)to
Nave che ha tempestanza
Che torna in alligranza
Per suo peso alleggiare                                             
Et quando haggio alleggiato                                           
Dello gravor chio porto
Lo credo essere in porto
Di riposo arrivato
Cosi mi aduien come alla comenzaglia
Cheo creo hauer vincto ancor sono i(n) battaglia
 

Però come la phenice
Vorria maduenisse                                                        
Se amor lo co(n)sentisse
Poi tal uita me dura
Che sarde et poi riuene
Che forse sio mardesse
Et di nuovo surgesse
Chio muteria uentura
O chio mi rinuoasse
Come cervo in vecchieze
Che torna in sue belleze
Sesso mi ritrouasse
Forse che rinnouato piaceria
Onde ogni ben sol merzede saria