1-2 L’esordio viene caratterizzato dalla presenza del senso della vista. Il poeta descrive un’immagine in cui si pone fisicamente lontano dalla donna amata. Allo stesso tempo, il sentimento viene reso esplicito e intenso. Lo sguardo è fisso, in attesa; gli occhi piangono a causa dello sguardo che a lungo si sofferma. Tale esordio centra un elemento importante della poetica di Raimon de Miraval: la dama è sempre osservata dal punto di vista del poeta, ma non è un personaggio completamente caratterizzato. Anche in questo senso, si rileva l’atteggiamento di lontananza. Infatti, il poeta è intento a parlare di lei, ma non la rende un personaggio attivo13.
3 Sono presenti due termini centrali della produzione di Miraval: sen e fols. Evidente è il paradosso che viene messo in risalto perché il buon giudizio è una delle cause della follia (d’amore, da intendersi). Sen, in realtà, ha due sviluppi differenti: se legato a figure storiche o alla donna amata, assume il senso di un valore positivo, contrapposto alla follia; ma in altri contesti, come in questo caso, assume l’accezione paradossale di cui viene vestito14. Que fols e que brius: endiadi.
4-6 Secondo i canzonieri E e C nell’incipit del quinto verso è tramandato quar. In tal caso, si rileva un’anafora. Per dare un senso maggiore al testo, conviene prendere in considerazione l’emendatio inserito da Topsfield, nella sua edizione critica (cfr. apparato della prima cobla), evidenziando come il vincolo di servitù instaurato con la dama venga messo a paragone con quello tra il servo e il suo signore. Il senso del paragone continua nel sesto. Il padrone non ha mai provato un sentimento d’amore. Si lascia intendere come la donna amata dal poeta non corrisponda il suo sentimento. Si può notare come tale figura retorica inizia nell’ultimo verso del fronte e si conclude nel primo verso della sirma, confermando come l’unico octosyllabe sia l’elemento di congiunzione tra le due parti della cobla, posto perfettamente al centro (cfr. INTRODUZIONE, p.2).
7-8 In questi versi vengono ribaditi alcuni concetti presenti all’inizio dell’esordio: il poeta si fa sempre più lontano e tale lontananza, sempre più marcata, alimenta la follia. La lontananza non è più solamente figurata, ma è anche fisica.
9 L’esordio si conclude con il termine amor, parola che ritorna nella stessa canzone.
10-11 In questa cobla si intensificano i sentimenti negativi. L’inversione a inizio del decimo rigo, mette in risalto il termine mala, variante di mal, che spesso viene adoperato in contesti differenti. Spesso viene associato e contrapposto al bene; altre volte, il male è legato a un comportamento sbagliato che viola l’etica cortese. In questo caso è associato alla donna amata che, ricordando la cobla precedente, è lontana. Il male associato alla dama rende esplicito il senso del testo perché viene fatta una colpa alla donna che è distante15.
12-13 Riferimento al signore e al castello di Montesquiu.
19-22 Dopo la rappresentazione, tramite connotazioni negative, della dama, la terza cobla in antitesi descrive i valori positivi della donna. Il poeta parla inizialmente della sua bellezza. Successivamente si focalizza sulle virtù: meils d’amor gentius. Ritorna il termine amore.
23-27 Strettamente legato al concetto d’amore è il sostantivo valor: il valore, come afferma Switten «è applicato più alla dama che all’amante […] rafforza la necessità di distinguere moralmente». Valor si lega indissolubilmente al termine amor non solo dal punto di vista semantico, ma anche fonetico. La desinenza –or, d’altronde si presenta in tutto il componimento in finale di verso. In particolar modo, in questa cobla, si rafforza l’assonanza anche all’interno del verso (vedi gensor al verso 22 e che introduce il verso 23), mettendo in risalto il significato che il poeta vuole esprimere16.
23-26 La bellezza che Raimon de Miraval vuole esprimere non è solamente quella legata ai valori, ma è anche quella fisica. Anche la descrizione visiva si rafforza in fine del verso 26 con l’utilizzo del termine blancor.
27 L’apoteosi del senso di bellezza viene raggiunto nel finale della cobla, con la divinizzazione del sentimento.
33 Gais è un altro lemma fondamentale. Insieme al termine joi, più che invocare un ideale etico, vuole riflettere una condizione sia fisica e sia mentale legata all’ambito della cortesia. Infatti, il sentimento di felicità è presente nella stessa cobla in cui l’amore viene definito fin (in riferimento a quell’amore che viene definito cortese. Allo stesso tempo, nel verso 33, è presente benanan: tale parola è attestata spesso in Miraval per esprimere un sentimento di felicità o piacere17.
34-36 Come già citato, in chiusura della quarta cobla, si assiste al paragone tra il sentimento d’amore dell’io poetico e il sentimento d’amore di Tristano (cfr. INTRODUZIONE, p.3).
40-42 Il termine ben entra in contrapposizione con dan. Spesso fa riferimento al bene che il poeta può dare o ricevere. Associato ad altre qualità, può offrire vantaggi e ricompense18.
44 Fals lauzenjador: i maldicenti, sono delle figure, molto usate nella lirica trobadorica, messi spesso in contrapposizione alla figura dell’eroe-amante.