Revisione di Edizione diplomatica del Mer, 02/12/2020 - 15:00

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                 Di Guido Caualcanti .
  D onna mi prega perch’io uoglio dire
     D’un’accidente, che souente è fero!
      (Et) è si altero, ch’è chiamato amore.
      Si chi lo niega possa il uer sentire
      (Et) al p(rese)nte conoscente chero
      Perche non spero c’huom di basso core
      A tal ragione porti conoscenza
      Che senza natural dimostramento
      Non ha talento di uoler prouare
     La doue posa (et) chi lo fa creare
     (Et) qual sia sua uertute/ (et) sua potenza
     L’essenza poi, (et) ciascun mouimento
     (Et) l piacimento chel fa dire amare
     (Et) s’huomo per uedere lo puo mostrare .

  I   n quella parte, doue sta memora
      P rende suo stato, si forma to, come
      D iafan da lome d’una oscuritate
      L a qual da Marte uene (et) fa di mora.
      (Et) gli è creato, (et) ha sensato nome
      D’ alma costome, (et) di cor uolontate
      Uien da ueduta forma, dhe s’intende
      Che prende nel possibil intelletto
      Come in soggetto loco, e dimoranza.
      In quella parte mai non ha presanza
      Perche la qualitate non descende
       Risplende in si perpetuale effetto
       Non ha diletto, ma consideranza,
       Si, ch’ei non puote largir simiglianza.
  N   on è uertute, ma da quella uiene,
       Ch’ è perfettione, che si pon tale.
      Non rationale, ma che sente dico
      Fuor di salute giudicar mantiene
      Che l’intentione per ragione uale
      Discerne male, in cui è uitio amico.
      Di sua potentia segue huom spesso morte
      Se forte la uertù fosse impedita
      L a qual’ aita la contraria uia
       Non perche opposita natural sia
       Ma quanto che da huom perfetto forte
       Per sorte non puo dire huom chaggia uita,
      Che stabilita non ha signoria
      A simil puo ualor, quand’huom l’oblia.
  L’  essere, quando lo uoler é tanto
      Fuor di natura, di misura forma
      Poi non s’adorna di riposo mai
      Moue cangiando color, riso in pianto
      (Et) la figura con paura storna
      Poco soggiorna, anchor di lui uedrai
      Ch’in gente diualor lo piu si troua
       La noua qualità moue sospiri
       (Et) uol, c’huom miri non fermato loco
      Destandos’ ira, la qual manda foco
      I maginar no’l puote huom chi nol proua
      Ne moua  gia però chi lui si tiri
      (Et) non si giri per trouarui
      Ne certamente gran saper ne poco.

  D  i simil tragge composi tione isguardo,
      Che fa parere lo piacere certo
      Non puo coperto star, quand’è sorgiunto.
      Non gia seluagge le beltà son dardo
      Che tal uolere per temere esperto
      Consegue merto spirto, ch’è punto
      (Et) non si puo conoscer per lo uiso
       Compriso bianco, in tal obietto cade
      (Et) chi ben aude forma non si uede
      D unque gli è meno che da lei procede
      Fuore di colore d’essere diuiso
      Affiso, mezzo oscuro luce rade,
      Fuor d’ogni fraude dico degno in fede
      Che solo di costui nasce mercede.

  C  anzon mia tu puoi gir securamente
      Doue ti piace; ch’i t’ho si adornata
      Ch’assai laudata sarà tua ragione
      Da le persone, c’hanno intendimento
      Di star con l’altre tu non hai talento.