Di Guido Caualcanti . D onna mi prega perch’io uoglio dire D’un’accidente, che souente è fero! (Et) è si altero, ch’è chiamato amore. Si chi lo niega possa il uer sentire (Et) al p(rese)nte conoscente chero Perche non spero c’huom di basso core A tal ragione porti conoscenza Che senza natural dimostramento Non ha talento di uoler prouare La doue posa (et) chi lo fa creare (Et) qual sia sua uertute/ (et) sua potenza L’essenza poi, (et) ciascun mouimento (Et) l piacimento chel fa dire amare (Et) s’huomo per uedere lo puo mostrare . I n quella parte, doue sta memora P rende suo stato, si forma to, come D iafan da lome d’una oscuritate L a qual da Marte uene (et) fa di mora. (Et) gli è creato, (et) ha sensato nome D’ alma costome, (et) di cor uolontate Uien da ueduta forma, dhe s’intende Che prende nel possibil intelletto Come in soggetto loco, e dimoranza. |
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In quella parte mai non ha presanza Perche la qualitate non descende Risplende in si perpetuale effetto Non ha diletto, ma consideranza, Si, ch’ei non puote largir simiglianza. N on è uertute, ma da quella uiene, Ch’ è perfettione, che si pon tale. Non rationale, ma che sente dico Fuor di salute giudicar mantiene Che l’intentione per ragione uale Discerne male, in cui è uitio amico. Di sua potentia segue huom spesso morte Se forte la uertù fosse impedita L a qual’ aita la contraria uia Non perche opposita natural sia Ma quanto che da huom perfetto forte Per sorte non puo dire huom chaggia uita, Che stabilita non ha signoria A simil puo ualor, quand’huom l’oblia. L’ essere, quando lo uoler é tanto Fuor di natura, di misura forma Poi non s’adorna di riposo mai Moue cangiando color, riso in pianto (Et) la figura con paura storna Poco soggiorna, anchor di lui uedrai Ch’in gente diualor lo piu si troua La noua qualità moue sospiri (Et) uol, c’huom miri non fermato loco Destandos’ ira, la qual manda foco |
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I maginar no’l puote huom chi nol proua Ne moua gia però chi lui si tiri (Et) non si giri per trouarui Ne certamente gran saper ne poco. D i simil tragge composi tione isguardo, Che fa parere lo piacere certo Non puo coperto star, quand’è sorgiunto. Non gia seluagge le beltà son dardo Che tal uolere per temere esperto Consegue merto spirto, ch’è punto (Et) non si puo conoscer per lo uiso Compriso bianco, in tal obietto cade (Et) chi ben aude forma non si uede D unque gli è meno che da lei procede Fuore di colore d’essere diuiso Affiso, mezzo oscuro luce rade, Fuor d’ogni fraude dico degno in fede Che solo di costui nasce mercede. C anzon mia tu puoi gir securamente Doue ti piace; ch’i t’ho si adornata Ch’assai laudata sarà tua ragione Da le persone, c’hanno intendimento Di star con l’altre tu non hai talento. |