Di Guido Caualcanti . D onna mi prega perch’io uoglio dire D’un’accidente, che souente é fero : E é si altero, ch’é chi amato amore . Si chi lo niega possa il uer sentire : E al p(rese)nte conoscente chero : P erche non spero c’huom di basso core A tal ragione porti conoscenza : Che senza natural demostramento N on ha ta lento di uoler prouare . La doue posa : (et) chi lo fa creare : E qual sia sua uertute, (et) sua potenza : L’ essenza poi, (et) ciascun moui mento : E' l piacimento, che'l fa dire amare ; E s’ huomo per ueder lo puo mostrare . I n quella parte, doue sta memora P rende suo stato, si form ato, come D ia fan da lome d’una oscuritate : L a qual da Marte uiene, (et) fa di mora. E gli é creato, (et) ha sensato nome : D ’ alma costome, (et) di cor uolontate . Uien da ueduta forma, che s’intende ; Che prende nel possibil intelletto Come in soggetto loco, e dimoranza . |
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I n quella parte mai non ha pesanza : L’ essere, quando lo uoler é tanto Fuor di natura, di misura torna : Poi non s’ adorna di riposo mai . M oue cangiando color, riso in pianto E la figura con paura storna . Poco soggiorna, anchor di lui uedrai Ch’in gente di ualor lo piu si troua : La noua qualità moue sospiri ; E uuol, c’huom miri non fermato loco ; Destandos’ ira, la qual manda foco : |
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I maginar no’l puote huom, che nol proua . C anzon mia, tu puoi gir securamente Doue ti piace; ch’i t’ho si adornata ; Ch’ assai laudata sarà tua ragione D a le persone, c’hanno intendimento : Di star con l’altre tu non hai ta lento . |