Revisione di Edizione diplomatica del Lun, 20/05/2019 - 12:30

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[c. 16r]

                 Frat(re). G. dareisso
Orra parra seo sauero cantare. E se varro quanto ualere 
gia soglio. poi che daltutto amor fugho edisuoglio
piu che cosa mai forte mis pare. Cadomo tenuto saggio
odo cantare Che trouar non sage eno valer punto. ho(m) da
mor no(n) punto. ma che digiunto dauerita mi pare. selopen
sare alo parlare sembra chen tutto parti ove distringie
 

[c. 16v] 

  amore rreggie foll+re. in loco disauere. Dunque come ua
lere nepiacer puo diguiza alcuna fiore poi dal fattore do
gni ualore disembra calcontrario dogni manera sembra.
Machi canatre uole e ualer bone. in suo legno nochiero 
diritto pone. Eorrato sauer mette altimone dio fa sua 
stella einverlauzor sua spene. Che Gran ruhor ne gran bene 
no estato agstato carnal voglia seguendo Ma p(ro)mezze uale
ndo eastenendo auiti eapechato. Un(n) el se(n)nato aparechiato
ogniora dicore etutto Edipoder dea stare. Eauansar losuo
stato aonore non schifando labore. Che gia richore no
dona altrui posare malfa alungiare Eben pugniare o 
nora Matutta uia lontenda altri amizura.
    Uoglio i(n) altrui ciaschun cio chense chere. N on creda p(ro)
daltrui dannaggio trarre Che p(ro)no(n) puo cio chaonor tolle
dare neda onor cosa ugrasia amor pere. Egraue cio
che preso adisinore Chelauzore dispeso esser poria Mano(n) uiuer
crederia sensa falsia fello ho(m) Mauia magiore fora plu
zore giusto dicore p(ro)uato che piu onta che morte edadot
tare disragion piu che dannaggio Che bellamorte ho(m)saggio
decio coraggio piu che uita amare Che no(n) p(re)stare Map(er)
passare orrato dea credere ciaschun desser creato.
    

[c. 17r]