Testo e Traduzione

Versione stampabilePDF version
Ed. Joaquim Molas 1962  
I  
Per que d’uymay la vostra valor tanta,
per la qual port de totz plasers lo tast,
humilmens prech que no·m lay tot jorn trist;
ladonchs veyra fortuna cum s’enanta;
aucira·m prest; e mays yeu vos soplich,
mos genolhs flechs:
can seray sechs,
que vos recort de nos, paubre mendre . . .,
a cuy totz bes deffalh en aquest dia;
cor en lunh cars
yeu, stret, pas,
yeu, caytiu, las,
vos defalhi, donchs faytz . . . (engua) :
socors me vengua
en peradis on joy may se cambia.
Per aumentare il vostro grande valore,
che di ogni piacere mi porta del gusto,
prego umilmente che non mi lasciate tutto il giorno triste;
laddove veda come la fortuna procede;
uccidimi subito; e ancora io vi supplico,
piego le ginocchia:
quando sarò morto,
che vi ricordiate di noi, poveri minori . . .,
a cui tutti i beni mancano in questo giorno;
prezioso cuore lontano
io, stretto, passo
io, misero, lasso,
vi disanimo, dunque fatemi . . .
soccorso
in paradiso dove la gioia non può cambiare.
II  
Mos gays desirs, la vostra senyoria
am tal compas
ha mes al bas
lo meu fort bras,
que ja no puix mos planys compta arrenga,
per que ma lengua
ya no us dira, so crey, plus bon’aymia.
Oh mio gioiosio desiderio, la vostra signoria
con tale misura
ha abbassato
il mio braccio forte,
che non posso più determinare i miei lamenti,
perciò la mia lingua,
non vi chiamerà più, credo, più buon’amica.