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Ogni testimone presenta una diversa versione della lirica. Ad ogni modo, eccetto a, da cui è stata asportata c. 97, che ospitava, secondo la tavola dei contenuti all'inizio del codice, la parte iniziale della sezione dedicata a Cuvelier, i testimoni tramandano un nucleo comune, costituito dalle prime due strofe della lirica, sul quale non sussistono divergenze testuali importanti.
La versione del ms C riporta tre strofe, le due comuni più una terza (C III), che non si può ritenere di mano dell'autore, quanto piuttosto un'interpolazione che non rispetta i vincoli metrici delle strofi certamente autoriali (cfr. supra); si tratta di incoerenze di natura grafica, dovute ad un copista che probabilmente ha tenuto in scarso rilievo la corrispondenza puntuale e sistematica di fonemi e grafemi; si cfr. ad es. la grafia dei rimanti: ai vv. 9 e 12 velle, engenoille; ai vv. 13 e 14 vis, esbahit; infine ai vv. 15 e 16 randre, entendre. Dagli esempi forniti si evince che il copista (o quello dell'antigrafo) rende la palatale laterale finale indistintamente con -elle e -oille; non tiene conto delle consonanti finali (-is ed -it); rende la -a- nasale indistintamente con -an o -en. é plausibile che ad opera del copista sia anche C III, dal momento che paroille viene fatto tranquillamente rimare con travaille, affaitie con enseigner, rit con con languir e deffendre con prandre. Se nel caso della stanza II le incoerenze possono essere ascritte alla distanza tra scripta e oralità, nella strofe apocrifa si ha a che fare non solo con una generale imperizia fonico-grafica, ma con vere e proprie infrazioni dei più comuni vincoli rimici.
Sempre ragioni sostanzialmente metriche (vd. supra) spingono a ritenere apocrife anche le strofi tramandate da R in aggiunta al nucleo comune. La lirica, nella versione di R, consta di cinque coblas: le prime due comuni a COR e le tre apocrife - R I, R II ed R III - le quali non sono informate da alcun principio di concatenazione strofica.
Un errore congiuntivo oppone CR ad O al v. 14, dove si suppone abbia sede una rima inclusiva e derivativa; nella strofa I, infatti, pris (v. 5) rima con apris (v. 6). Avendo come riferimento un sola strofa certa - non tenendo conto, per ora, di a I e a II - si potrebbe anche ammettere la rima vis/esbahis tramandata da CR ai vv. 14 e 15. Per il v. 14, però, ogni ms riporta una lezione a sé stante: in C si legge lors me truis si esbahit (tra l'altro con -it finale anziché -is), mentre R tramanda un verso palesemente erroneo, perché ipometro: lor sui si esbahis. La lezione di O conferma invece la rima inclusiva e derivativa in quella sede, e restituisce una lezione metricamente e semanticamente corretta: lors me muir, ce m'est avis. Alla luce di tali considerazioni, sembra che solo a I ed a II, anch'esse unica come le stanze di C ed R, si mostrino coerenti con i principi metrici indicati dalle strofe originali; esse sono dunque accolte a testo, in virtù anche della preminenza data al ms a in questa edizione (cfr. introduzione generale). Non ultimo, c'è ragione di ritenere che in a sia stata tramandata la canzone nella sua configurazione strofica originale (vd. supra).
È stato scelto O come ms base per la costituzione del testo delle prime due stanze, poiché privo di aggiunte apocrife, esso tramanda inoltre l'unica variante metrica coerente al v. 14 (cfr. infra). Si è proceduto all'emendamento del testo sulla base delle lezioni degli altri due codici, e mai ope ingenii, laddove O fosse palesemente errato (come al v. 10, dove il verbo è concordato al plurale) o anche nel caso di piccoli errori che rendessero meno scorrevole il dettato della lirica (il congiuntivo in luogo dell'indicativo al v. 2 e la sostituzione di i'en con s'en al v. 9).
Il ms a costituisce un ramo a sé della tradizione di questa lirica, in quanto l'unico ad averne tramandato le due strofi finali. Nella strofe I alcune lezioni sembrano avvicinare superficialmente O e R (v. 3 OR set, C doit; v. 5 OR quant, C com ma CR il, O si); al v. 7 ogni mss restituisce una lezione leggermente diversa, che non modifica però la sostanza del verso. Nelle strofe II, invece C ed O si oppongono ad R al v. 2 (CO car, R quant), ed al v. 3 (R tramanda plourer invece di panser), mentre CR si oppongono ad O al v. 7 (CO que ne li sai raison rendre, O car ie ne sai raison rendre), ma soprattutto al v. 6, dove la fonte comune dei mss CR sembra corrotta, mentre O tramanda un verso corretto, sia sul piano metrico che contenutistico. La maggior parte delle varianti riscontrate non sono sostanziali; ai vv. 6 e 7 si trovano gli unici luoghi ove ricorrano varianti significative, in grado di suggerire possibili raggruppamenti tra mss. La grafia è di O.