Tra i generi frequentati da Jehan de Renti, per quanto possiamo desumere dai dodici componimenti a noi giunti, prevale nettamente la chanson d’amour. Si affiancano a essa una pastorella (VI) e un jeu-parti (XII), composto assieme al “principe” del Puy d’Arras, Jehan Bretel, e nel quale il nostro figura come proponente.
Quattro canzoni presentano un ritornello: più in particolare, la II, la VI e la XI sono propriamente chansons à refrain, mentre la IV è una chanson avec des refrains (per la terminologia cf. van den Boogaard 1969, p. 15.) Le strofe sono per lo più isometriche e costituite da versi brevi (sei delle poesie sono composte interamente o in prevalenza da héptasyllabes, due da octosyllabes). Il décasyllabeè metro esclusivo della V e della fronte di III, mentre in VII e X è usato in combinazione con versi brevi, soprattutto octosyllabes; la sua struttura è del tipo a minori(4 + 6), con qualche caso di cesura lirica (cf. V 2, 8, 13, 15, 30, 39; VII 2, 9, 28, 38, 40; X 8, 18, 27, 33) e italiana (X 16), cui si aggiungono tre casi di cesura epica (III 33; X 23, 35), modalità quest’ultima che nella lirica d’oïl è più frequente di quanto di solito viene riconosciuto (cf. Dragonetti 1969, p. 493), ma che per la seconda metà del sec. XIII andrà considerata come un tratto arcaizzante. Versi più lunghi sono impiegati solo nel ritornello della pastorella (alessandrino con cesura mediana) e nel componimento n° II che presenta il raro hendécasyllabe (vedi Formisano 1980, p. 131, ma cf. anche il “cappello” introduttivo alla VII riguardo ai vv. 24-25 e 41-42.). Ancora in relazione alla struttura strofica, due caratteristiche sono di particolare rilievo, in quanto ineludibili anche a colpo d’occhio: la presenza costante dei rims encadenatznella fronte di ogni stanza e il fatto che le coblassiano unissonansin tutti i componimenti, tratto questo indubbiamente provenzaleggiante. Nella IV le coblassono inoltre capfinidas(carattere, anche questo, provenzaleggiante), sia pure attraverso il refrain.
Elemento moderno dello stile è l’uso assai frequente dell’enjambement(cf. II 34-35; V 35-36; VII 24-25, 40-41, 41-42; VIII 20-21, 23-24, 25-26, 36-37, 38-39; XI 23-24, 30-31, 39-40, 41-42; XII 1-2, 9-10, 11-12).
Grande è la cura stilistica, con una predilezione per l’uso della ripresa (cf. I 1-9-16-24, 3-4, 4-8, 9-10-13; III 19-21-22-25-43, 26-34; IV 6-14, 8-44, 9-10-50, 36-37, 40-45; V 1-17-24, 12-21, 22-28-31-34-36-40, 1-3-4-6, 12-13-15-16; VI refrain; VII 1-7-9-47, 2-9-12, 4-7-34-43, ecc.), che si precisa talora nella forma del polittoto (cf. II 14-21; III 23-27; IV 1-18-29-50, 30-36-45; V 1-6, 3-4; IX 6-7; X 15-16, 30-40; XII 6-11, 13-18-19), talaltra ha l’aspetto della figura etimologica (cf. I 24) oppure dà luogo a Ring Composition(cf. la prima strofa della IX, vv. 1 e 9 e la X, vv. 1 e 35). Per maggiori notizie al riguardo, si vedano i “cappelli” introduttivi ai passi citati, in particolare quello relativo alla X sulla funzione di marcatura che la ripresa può avere rispetto a situazioni tra loro antitetiche o unite da un legame di causa-effetto.
Notevole è l’uso della rima derivativa (cf. II 2 : 36, 14 : 21, 20 : 28, 29 : 30; III 7 : 48; VII 27 : 48; VIII 17 : 25; IX 36 : 44; XI 14 : 15), affiancato in seconda battuta da quello di rime equivoche (cf. V 3 : 19; VI 9 : 10 e sempre nel ritornello [mot-refrain]; VIII 1 : 27; XII 23 : 24) e identiche (cf. X 1 : 35) e da equivocatioin rima (cf. III 24 : 32; IV 11 : 13; VIII 21 : 22). Anche qui, per maggiori informazioni si rimanda ai rispettivi “cappelli” introduttivi.
Tra le figure di suono si ha l’allitterazione (cf. II 21; V 26; X 11 e il ritornello della VI, in cui è doppia), in un caso coniugata al chiasmo (V 26). Anche il chiasmo può trovarsi “puro” (cf. IV 36-37; X 4-8, 23-26-27) o, ad esempio, combinato con il polittoto (cf. V 1-3-4-6).