I
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A i deo damore auoi faccio preghera. chemintendiate sìchero ragione gia sonio facto atua manera. aggio ehauelli ebarba atua faççone. |
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Ai deo d'amore, a voi faccio preghera che m'intendiate, sì chero ragione:
già son io facto a tua manera,
aggio chavelli e barba a tua faççone,
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II
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enongni parte aggio uiso ecera. eseggion quattro serpi ogni stagione. perlale gran giornata me leggera. son bennato attua speragione. |
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E n'ongni parte aggio, viso e cera, e seggio 'n quattro serpi ogni stagione;
per l'ale gran giornata m'è leggera,
son ben nato a ttua speragione.
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III
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Eson salito perlequattro scale. esono afficto mattummai feruto. del dardo dellaurondo gran male. |
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E son salito per le quattro scale, e sono afficto, ma tu mm'ài feruto
del dardo del lauro, nd' ò gran male,
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IV
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Chepermeçço locore mai partuto. daquello del piombo fa altrectale. aquella percui questo me auenuto. |
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Che per meçço lo core m'ài partuto: da quello del piombo fa altrectale,
a quella per cui questo m'è avenuto.
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