I |
Da chemiconuene fare. cosa che dabiasmare. edatenere grande fallimento. don(n)e edonzelle jmuito. chibene sia udito. agluomini chuio faro parllamento. Euolglio fare difensione. delparlare uillano. chedime sifaria. selagreue chasgione. chemadato il core uano. cielare douesse che purloderia. |
Da che mi convene fare cosa chʹè da biasmare e da tenere grande fallimento, donne e donzelle jmvito; chʹiʹ bene siʹ audito a gl uomini chui o faro parlamento; e volglio fare difensione del parlare villano che di me si faria, se la greve chasgione che mʹa dato il core vano cielare dovesse, che pur loderia. |
II |
Amore che semblanza. difina namoranza. chilopartisse seria sconosciente. ebene sipuo ridire. chefosse alouero dire. oltre misura dicio fare fallente. Ede cosi tenuto. serei jn ogne partte. p(er) nomsauere lociertto. canzi uorei feruto. essere jnongni partte. chetale biasim(m)o jnme fosse ciertto. |
Amore che semblanza di fina ʹnamoranza, chi lo partisse serìa sconosciente; e bene si può ridire che fosse a lo vero dire oltre misura di ciò fare fallente; ed è così tenuto serei jn ogne partte per nom savere lo ciertto, cʹanzi vorei feruto essere jn ongni partte, che tale biasimmo jn me fosse cierto. |
III |
Sicome altri amadori. chemetoro iloro cori. nelefemine amare bene seruendo. cora le mente misi lomio nenoldimisi. jnuna donna allei nomffalendo. Lungo temppo passato. ciertto amore mitenea. dongnomo piu altamente. edora maffallato. che delp(ro)pio chauea. dise mida altro fatto partente. |
Sì come altri amadori che metoro i loro cori ne le femine amare bene servendo, coralemente misi lo mio, né no˙l dimisi, jn una donna, a˙llei nom ffalendo lungo temppʹo passato. Ciertto amore mi tenea dʹongnʹomo più altamente: ed ora mʹa˙ffallato, ché del proprio chʹavea di sé, mi dà altro fatto partente. |
IV |
Lasso mia credenza. damore soma jntenza. altrui sentenziando melanzaua. sicomo mo nomsapien simile diquelli. cheuede jlbusco altrui. enomsua grande traue. parmi chenullomo molli. nonde dire sono collui. chenona pari p(er)grande stato chaue [1] In V, era stato scritto piompo, corretto poi in piombo
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Lasso mia credenza dʹamore soma jntenza: altrui sentenzïando, me lanzava. Sì comʹomo nom sapiente del fino oro luciente faciëa dilisgione piombo avanzava; era simile di quelli che vede jl busco altrui, e nom sua grande trave. Parmi che null omo molli non deʹ dire :”sono collui che non a pari”, per grande stato chʹave. |
V |
Semauesse conmiato. dipartire donato. nomblasmerei poi chefallasse. chemera bene gran dolglia. poi chefiore efolglia. frutto dillei pilgliasse. Maella mimostraua. dileale mente amare. nepartire nonuolea. edaltro omo amaua. nolopotea cielare. chio[1] lauidi che cielare louolea. [1] In V, la i probabilmente è stata inserita per correggere una a
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Se mʹavesse conmiato di partire donato, nom blasmerëi poi che fallasse: ché mʹera bene gran dolglia, poi chʹë fiore e folglia, frutto di llei pilgliasse. Ma ella mi mostrava di lëalemente amare, né partire non volea: ed altro omo amava! No lo potea cielare; chʹio la vidi che cielare lo volea. |
VI |
Fortte sono lamentato. p(er) chemaue fallato. domando se jndelaltrui talento. anchora jnueritate. piu magiore falsitate. maffatta dablasmare. p(er) vno ciento. Altrome chiera data. jnvnora[1] chemee. ase fecie uenire. diciendo laspietata. mia uolglia non(n)ee. p(er)chio collui midouesse ferire. [1] In V, la v è stata inserita per correggere una o
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Fortte sono lamentato perché mʹave fallato, domando sé jndelʹaltrui talento. Anchora jn veritate più magiore falsitate mʹa˙ffatta, da blasmare per uno ciento: altrʹome chi era data jn unʹora che mee a sé fecie venire, diciendo la spietata: «mïa volglia nonn-èe». perchʹio co˙llui mi dovesse ferire. |
VII |
Come chaino primero. difare crudele efero. micidio fu posso dire chesia. elaprima chapare. disigrande fallo fare. j(n)tale guisa sanza dire busgia. Dumque faria ragione. che naira jmfoco. come chaino stesse. p(er) che tradisgione. jnciascheduno loco. simileme(n)te palese stesse. |
Come Chaino primero di fare crudele e fero micidio fu, posso dire che sia e la prima chʹapare di sì grande fallo fare jn tale guisa, sanza dire busgia. Dumque faria ragione cheʹn aira jm foco come Chaino stesse, perché tradisgione jn ciascheduno loco similemente palese stesse. |
VIII |
ORa auete audito. sicome sono tradito. dicio chio faccio mai nonmin colpate. chio nom poria fare quella. chedengna nomfossella. agraueza dillei jnueritate. pero che lamaua eo. piu canche fosse amata. donna da amadore. tuta gioia cha ilcore meo. daua alarine gata. lassai chui piaciesse folglie nelmicore. |
Ora avete audito sì come sono tradito, di ciò chʹio faccio mano non mʹincolpate, chʹio nom poria fare quella che dengna nom fossʹella a graveza di llei jn veritate: però che lʹamava eo più chʹanche fosse amata donna da amadore; tuta gioia cʹha il core meo dava a la rinegata, lassai, chui piaciesse folglie nel miʹ core. |
IX |
Donne conore auete. donzelle cheluolete. jntrauoi rasgionate zo codetto. esablasimate. disi grande falsitata. chetenute nesiete p(er) iscritto. p(er) nomblasmare lomale. molta giente siduole. blasimo usato lonedistoria. |
Donne cʹonore avete, donzelle che ʹl volete, jntra voi rasgionate zo cʹo detto; esa blasimate di sì grande falsitata, ché tenute ne siete per iscritto. Per nom blasmare lo male molta giente si duole che già nom si doria; tal pemsero ancor sale che lo male fare sòle, che blasimo usato lo ne distoria. |