I |
SElalta disclezione diuoi mi chiama. p(er) altrui uocie nonp(er)mio ap(ro)uato. loda sep(er)sagia re non(n)a salute. ma quello chio sia lomio core sirichiama. p(er) uostro onore se guire efare agrato. diquanto piu auesse jnme vertute. Esono ciertto chesie te colorato. dambra edimoschato. losapore. edong naltro melgliore. onde salegra mia me nte esta sana. quando uadirizate amia quintana. |
Se lʹalta disclezione di voi mi chiama (per altrui vocie, non per mio aprovato) loda, sʹè per sagiare, nonn-a salute: ma, quello chʹio sia, lo mio core si richiama, per vostro onore seguire e fare a grato, di quanto più avesse jn me vertute. E sono ciertto che siete colorato dʹambra e di moschato; lo sapore è dʹognʹaltro melgliore: onde sʹalegra mia mente e sta sana quando vʹadirizate a mia quintana. |
II |
Kiuuole diualore sagie lusanza. leuie diuerita atute acortte. p(er)altrui fallo sua graza nompere. equelli conuerssa bene chia leanza. elcomfessare rasgione nolli pare fortte. ma dilletta chiusa tale mestere. Dumqua sagio planete agrande altura. eciaschuna lo suo corppo formato. cielestiale nomato. su p(er) cielestiale tereno usare. p(er) ciascheduno sisalua meo parllare. |
Ki vuole di valore sagie lʹusanza le vie di verità a tute acortte: per altrui fallo sua graza nom père; e quelli converssa bene, chi a leanza, e ʹl comfessare rasgione no˙lli pare fortte ma dilletta, chi usa tale mestere. Dumqua, sʹagio planete a grande altura e ciaschunʹa lo suo corpo formato, cielestïale nomato su per cielestïale tereno usare: per ciascheduno si salva meo parllare. |
III |
Nonde lomo molto dire laoue lascienza. chebreue detto dimolti entendente. chelun ghe aringhiere odo noiose. sapore uene damara semenza. chaldo fredura tempe rata mente. chilmezo segue agioia piu saporosa. Pero chi p(er) planeta siconducie. prenda quale piu lida chalori. magiore solualori. chidelo sole ueracie mente jmbarda .jngie nero chalore bono sitarda. |
Non deʹ lʹomo molto dire là ovʹè la scienza, che breve detto di molti è ʹntendente, ché lunghe aringhiere odo noiose: sapore vene dʹamara semenza, chaldo fredurʹa temperatamente, chi ʹl mezo segue a gioia più saporosa. Però chi per planeta si conduce prenda quale più li da chalori: magior è sol valori; chi de lo sole veraciemente jmbarda in gienero chalore bo˙no si tarda. |
IV |
Digraza tempro jononma pello fiele. nedisapienza nonmigitto fora. nedicio den gno sia dauere conuento. manuerdiuoi jncrocie agio leuele. sefe1 fighura jnterra dimora. seguite quale piu schandaui talento. Su p(er)cielestiale dio esengnore. jnsuo corppo a contenta. chillui crede nompenta. dumque tre sono lirengni oue sostene. corpo esusta(n)za emale ebene. |
Di graza tempro, io non mʹapello fiele, né di sapienza non mi gito fora, né di ciò dengno sia d’avere convento; ma ʹnverʹ di voi jn crocie agio le vele; se fe fighura in terra dimora, seguite quale più schandivi talento. Supercielestïale Dio e Segnore in Suo corpo acontenta chi˙iLui crede; nom penta; dumque tre sono li rengni ovʹEʹ sostene, corpo e sustanza e male e bene. |
V |
Assai uinarro semauete jnteso. onde locomffessare uide piaciere. che senza jntesa non ne bono giudichato. auengna chio p(er)dono uostro ripreso. esolo dibene nanza lotenere. p(er)che simile costume uegio usato. Onde pemsate alprimo ealsecondo. epoi dopolpensiero. nonsiate menzoniero. usate p(ro)piamente ueritate. sefino presgio uolete dibontate. |
Assai vi narro, se m’avete jnteso onde lo comffessar vi deʹ piacere che senza ntesa non n’è bono giudichato: avengna ch’io perdon vostro ripreso, e solo di benenanza lo tenere, perché simile costume vegio usato. Onde pemsate al primo e al secondo, e poi, dopo ʹl pensiero non siate menzoniero: usate propiamente veritate, se fin presgio volete di bontate.2 |
NOTE:
1) In V, la lettura è incerta, potrebbe essere anche sese.