Edizione diplomatica

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[c.15r-v]
 

Mess(er) Rugieri damici

D isi fina rasione. mi conuiene trouuare
disrettamente si keto e celato.
per ke lopinione  de falsi aciertare
si possa ne sauere dimio stato.
pero sono inerrança: ke madon(n)a
doctare. mi fa sol dipensare: kaggia ta(n)
tabondança: ke sanam(en)te eo ne possa ca(n)
                                                            tare.

Donqua se lastasione  daurile disia(r)e
mi face piu kel tempo trapassato.
sero incondizione tanto potea gra
uare. lo meo disio ke disconfortato.
Bene strania pietança uedere adimorare. alastasione camare mo
stra piu sua possança. piu benuoglenti p(er) un mal tractare.

Pero deladimora doglo piu fortem(en)te: eno(n) so kio giamai bene ui
sia dire.
kese bonauentura. no no piu breuemente: lamia uita uara pegio ke
morire.

 

 

Eben uiue morendo quello ke finamente ama don(n)a ualente. poi
liueninfallendo di giorno ingiorno di suo suenenti.

Oramai ma sigura la sagia ekanoscenti: kella no(n) falli p(er) losuo ua
lore.
perke disauentura manda discaunoscenti: ke p(er) lor fallita fanno
ame fallire.
Edio in gioco eridendo canto amorosamente: p(er) quella falsa ge(n)te
ke mi uanno inkirendo lagioi undeo son fino beneuollente.

Donqua si fo apiace(re) agiande grato amore emadon(n)a ke sola inna
morança.
kerite poria auenire kagio tanto dolçore sentisse p(er) una sola spera(n)ça.
pe ke sinamoratamente mi ritenesse? esol keo lasso auesse gia no(n)
saria giornata: ke lo meo core gran gio no(n) sentisse.