Da che mi conven fare
cosa ch'è da biasmare
e da tenere grande fallimento,
donne e donzelle invito;
ch'i' bene si' audito 5
a gl<i> uomini cui ho far parlamento;
e vo' far difensione
del parlare villano
che di me si faria,
se la greve cagione 10
che m'ha dato il cor vano
celar dovesse, che pur loderia.
Amore c'ha semblanza
di fina 'namoranza,
chi lo partisse serìa sconoscente; 15
e ben si può ridire
che fosse a lo ver dire
oltre misura di ciò far fallente;
ed e' così tenuto
serei in ogne parte 20
per non saver lo certo,
ch'anzi vorei feruto
essere in ogni parte,
che tale biasimo in me fosse certo.
Sì come altri amadori 25
che met<t>oro i lor cori
ne le femine amare ben servendo,
coralemente misi
lo mio, né no˙l dimisi,
in una donna, <ed> a˙llei non falendo 30
lungo temp'ho passato.
Certo amor mi tenea
d'ogn'om più altamente:
ed ora m'ha˙ffallato,
ché del propio ch'avea 35
di sé, mi dà d'altro fatto parvente.
Lasso, <era> mia credenza
d'amare <a> som<m>a intenza:
altrui sentenzïando, me lanzava.
Sì com'om non sapiente 40
del fino oro lucente
facëa diligion, piombo avanzava;
era simil di quelli
che vede il busco altrui,
e non sua grande trave. 45
Parmi che nullo ovelli
non de' dir: «son colui
che non ha pari», per gran stato ch'ave.
Se m'avesse commiato
di partire donato, 50
non blasmerei, poi che fallasse:
ché m'era ben gran doglia,
poi ch'e<i> fiore e foglia,
<che> frutto <ancora> di lei <non> pigliasse.
Ma ella mi mostrava 55
di lëalmente amare,
né partir non volea:
ed altro omo amava!
No lo potea celare;
ch'io la vidi che celar lo volea. 60
Forte son lamentato
perché m'ave fallato,
donando sé indel'altrui talento.
Ancora in veritate
più mag<g>ior falsitate 65
m'ha˙ffatta, da blasmare per un cento:
altr'om <a> chi era data
in un'ora che mee
a sé fece venire,
dicendo la spietata: 70
«mïa voglia nonn-èe».
perch'io co˙llui mi dovesse ferire.
Come Cain primero
di far crudele e fero
micidio fu, posso dire che sia 75
el<l>a prima ch'apare
di sì gran fallo fare
in tale guisa, sanza dir bugia.
Dunque saria ragione
che 'n aer e<d> in foco 80
come Caino stesse,
perché <la> tradigione
in ciascheduno loco
similemente pales<at>a stesse.
Ora <ch'>avete audito 85
sì come son tradito,
di ciò ch'io faccio mai non m'incolpate,
ch'io non poria far quella
che degna non foss'ella
a gravezza di lei in veritate: 90
però che l'amava eo
più ch'anche fosse amata
donna da amadore;
tut<t>a gioia c'ha il cor meo
dava a la rinegata, 95
lassa, cui piacean doglie nel mi' core.
Donne ch'onore avete,
donzelle che 'l volete,
intra voi ragionate zo c'ho detto;
<ed> es<s>a biasimate 100
di sì gran falsitate,
ché tenute ne siete per iscritto.
Per non blasmar lo male
molta gente si duole
che già non si doria; 105
tal pensero ancor sale
che lo male far sòle,
che blasmo usato lo ne distoria.