Quando lo mar tempesta,
per natura che gli ène,
de lo suo tempestare gitta l'onda;
e 'n quella guisa alpesta
è spesso, ché grand'ène 5
la cagion che tempesta <sì> gli abonda.
Vede l'ond'agitare,
già mai non vede posa,
infin che quella cosa
che lo fa tempestare 10
non si parte da˙llui,
perch'è natura i˙llui
di così far, quando i giunge quell'ora.
E per natura getta
la tempesta il maroso, 15
d<ov>unque là ove inchiuder non si pote:
* dunque elli in cui lo getta
fior'è ch'è tempestoso
e che gioie per stagion menare pote.
E da ch'è così certo, 20
bene faria fallanza
chi ponesse fallanza
in ch'io lo metto sper<t>o:
facesse in ciò pur d'una
guisa, com' so, mal sona, 25
ché mare, com' tempesta, l'onda butta. *
Tanto mi par lo dire,
ch'ag<g>io fatto, certano,
che di parlare ancora no ridotto
quel che mi fa languire, 30
ancora che lontano,
m'assai diròllo, come sia condotto.
Ciò natura distina:
sì com'ha sua natura
ciascuna crïatura, 35
ritraie indi gioi' fina;
a quella ch'io avea
traea, da che dovea,
e come pesce per lo mare stava.
Istando più gioioso 40
ne lo mar d'ogni gioia,
ed un'òra crudele cominciòe
a farlo tempestoso,
pur per me donar noia,
ond'ïo morte tosto n'averòe; 45
ché per suo tempestare
mi lasciò smisurato:
con un'onda abutato
lungi m'ha fuor del mare,
e posto in ter<r>a dura 50
e tratto di natura,
<come d'>onde li pesci, ch'indi han vita.
Veggendo ched io sono
di star ne l'aqua fora,
assai isbatuto son per ritornare. 55
Tanto sbatuto sono:
ed ancor non mi fora
per certo dentro mai non <ri>tornare;
ond'è mia vit'a terra
più che non fari' in parte 60
àlbere che si parte,
quand'è verde, da terra:
ma prego sire Deo
che <'n> quella guisa ch'eo
moro, chi morir fa˙mi morir faccia. 65