Degno è che che dice omo el defenda;
e chi non sente ben cessi parlare,
e, s'el parla, mendare
deggialo penitendo e perdon chera;
e me convene a defensione stenda
che mal legger non sia più che ben fare,
da poi già 'l dissi, e pare
lo credano plusor cosa non vera.
Dico che male amaro è in natura
e 'l contrar suo bon, dolce, piacente;
e cor ben natoralmente oridnato,
in cui sano è palato,
bono dolce e reo amar savora;
ma chi disordinato halo e 'nfermo,
a lo contrario è fermo,
sì come in corporal palato avene
d'infermo a sano bene,
e 'n giudicio di non saggio e saggio.
Di bon porta ver saggio
quel che giudica bon, sano, saccente.
Chi più è bono, bo conosce a meglio,
e, con meglio, megli'ave in amore,
perch'ama in suo valore
retto, giusto, ben catuna cosa;
und'alma più che corpo ama, e sa i meglio
cielo che terra, quanto e 'l sa migliore;
e d'amor fa savore,
nel quale dolce par cosa noiosa.
Quanto tradolce dolc'è in essa donque!
E se 'ffannoso è bono alcuna fiata,
scifal già non, bon, ma più 'l desìa.
Prod'om cher pugnar pria
con prode che con vil, che non vole onque:
ov'è valor, fa valore e porge merto.
Gravezza in corpo certo
face, oh, che poco, ov'è dolcezza in core!
E, quando evvi amarore,
non guaire corpo in agia ben monta.
Ov'om falla e prend'onta,
onni sua gioi de noi dea star meschiata.
Non ha già ma savor non bono a bono,
ni fore suo savor propio è bon loi,
sì como è certo noi.
Carnal piacere odiaro e mondan santi,
e lo despiacer quasi amò catono;
e se dicem. Dio ciò fece nei soi,
troviall'anche in altroi,
in filosofi orrati e magni manti;
ch'è ben razional seguir ragione
e non sensi gauder, ma intelletto.
E no 'n vizio ma vertù ho gaudio assai;
gaudio in vizio non è mai,
se 'n natura non ven corruzione,
segondo che 'l saggio Aristotel dice
e mostra omo felice
vertù ovrando. In cui gaudio è pieno,
e' no male terreno
ni bene pregia alcun, ma la cui mente
gaudio dentro non sente,
fugge a van corporal parvo diletto.
Cristo el giovo suo dice soave,
a soma leve; e santa anche scrittura
dice la via dei rei grave, pretosa;
e Arestotel posa
in sentenza esta; e saggio onni assì l'ave.
E che è, quando noi sembr'altramente,
for che 'nfermo, nesciente
e disnaturat'è nostro cor fatto,
da viziato uso stratto,
lo qual già fece e fa cibo veneno,
e triaca non meno
sembrar fa venenosa, ove ben dura?
Non donqu'è 'l mal più a far che 'l ben leggero,
ma più grav'è in natura e in uso anco.
Gaudendo tribula om, male operando;
bon ben gaude, penando.
Gaude, combattend'om bon cavalero,
e donna, maschio bel figlio facendo,
martir, morte soffrendo;
e legger stimo arar più ch'embolare,
astenere in mangiare
più che sovente el ventre molto empiere,
e castità tenere
più ch'avoltrare, e ovrar che star nel banco.
Iacomo, Giovanni, amici, e Meo,
me piace onni dir meo
interpetrare e difendere in Pisa
deggiate a vostra guisa,
e come piace voi mel calognate.
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.F.G.
D Egno e che chedice homo eldefe(n) da. echi non sente ben cessi par lare. esel parla mendare. deggi alo penitendo eperdon chera. Eme co(n)ue ne adefensione stenda. chemal legge ro no(n)sia piu cheben fare. dapoi gial di ssi epare. locredano pluzor cosa no(n)uera. Dico chemale amaro einnatura. elco(n) trar suo bon dolce piacente. ecor benna toralmente ordinato. incui sano epala to. bono dolcie ereo amar sauora. ma chi dizordinato alo enfermo. alo contra tto efermo. sicome incorporal palato a uene. dinfermo asano bene. engiudi cio dino(n) saggio esaggio. dibon porta u er saggio. quel chegiudicha bono sa no sacciente. C hi piu ebono bon conosce ameglio. econ meglio megliaue innamore. p(er) chama insuo ualore. retto giusto ben catuna cosa. Undalama piu checorpo a ma esameglio. cielo cheterra quanto el sa migliore. odamore fasauore. nel q uale dolce parcosa noiosa. Quanto tra dolcie dolcie innessa donque. eseffann oso ebono alcuna fiata. scifal gia no(n) bo(n) maipiul dezia. prodomo cher pugnar pria. conprode che con uile chenon uo le unque. oue ualor fa ualore eporge merto. grauessa incorpo certo. face o |
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che poco oue dolciessa incore. equan
do eui amarore. non guaire corpo i(n) nagiar ben monta. ouomo falla epre(n) donta. onni sua gioia denoia deastar meschiata. N ona giamai sauor non bono abo no. nifore suo sauore propi\o/ ebon loi. sicomo ecerto noi. charnal piacere o diaro emondan santi. Elodespiacer quazi amo catono. esedicem diofe ce noi soi. trouiallanche i(n)naltrui. infilozofi orrati emagni manti. Che ben rassional seguin ragione. eno(n) sensi ghauder maintelletto. eno(n) ui sio mauertu ogaudio assai. gaudio inuisio enonmai. sennatura no(n)uen corrussione. segondo chel saggio ari stotel dicie. emostra homo felice. uertu ourando incui ghaudio epie no. enomale terreno. nibene p(re)gia alcuno malacui mente. ghaudio de(n) tro non sente. fugge auan corporal paruo diletto. C risto elgiouo suo dicie soaue. la soma leue esanta anche scrittura. dice lauia deiregi graue pretosa. earestotel posa. insententensa esta esaggio onni assi laue. Eche equa(n) do noi senbraltramente. for chenfe rmo nesciente. edisnaturate n(ost)ro cor fatto. dauisiato uzo stratto. loqual gia fece efa cibo ueneno. etriacha no(n) meno. senbrar fa uenenosa oue ben dura. N on donquel mal piu far chelbe(n) leggero. mapiu graue innatura e |
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i(n)nuzo anco. ghaudendo tribula ho(n)
male o(per)ando. bon ben ghaude pe nando. ghaude conbattendo hom bon caualero. edonna mascio bel fi glio faccendo. martiri morte sofre(n) do. eleggeri stimo arare piu chen bolare. astenere inmangiare. piu chesouente eluentre molto enpiere. echastita tenere. piu cauoltrare e ourare chestar nelbanco. I acomo giovanni amici emeo. mepiace onni dir meo. interpetra re edifendere inpisa. deggiate auo stra guiza. ecome piace uoi mel chalognate. |
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