
| I | 
| . Notaro giacom(m)o D olcie coninciamento. canto p(er)lapiufina. chesia almio parimento. dagri jnfin jnmesina. cioe lapiu auenente. ostella riluciente. cheleui la maitina. quanddo mapare dauanti. lisuo dolzi sembianti. minciendono lacorina.  | 
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 . 
Dolcie coninciamento 
canto per la più fina 
che sia al mio parimento, 
d'Agri jnfino jn Mesina; 
cioè la più avenente: 
o stella riluciente 
che levi la maitina. 
Quanddo m'apare davanti, 
li suo dolzi sembianti 
m'inciendono la corina. 
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| II | 
| . D olcie meo sire senciendi. orio chedegio fare. tustesso miriprendi. semi uedi fauella re. Caturnai narnorata. alocore mai lancata. sica difori nom pare. rimembriti alafiata. guandio tebi abrazata. ali dolzi basciari.  | 
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 . 
<<Dolcie meo sire, se 'nciendi, 
or'io che degio fare? 
Tu stesso mi riprendi 
se mi vedi favellare; 
ca tu rn'ai namorata, 
a lo core m'ai lancata, 
sì ca di fori nom pare; 
rimembriti a la fiata 
guand'io t'ebi abrazata, 
a li dolzi basciari>>. 
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| III | 
| . E dio basciendo staua. jngrande diletamento. conquella chemamaua. bionda uiso dargiento. presente micontaua. enonmisicielaua. tuto suo conuenente. edisse ieta meragio. enonti falleragio. atutolmio uiuente.  | 
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 . 
Ed io basciendo stava 
jn grande diletamento 
con quella che m'amava, 
bionda, viso d'argiento, 
presente mi contava, 
e non mi si cielava 
tuto suo convenente; 
e disse: <<ie t'ameragio 
e non ti falleragio 
a tuto 'l mio vivente. 
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| IV | 
| . A lmio uiuente amore. jononti falliragio. p(er)lolusingatore. cheparlla ditalfallagio. edio sitameragio. p(er) quello che saluagio. dio limandi dolore. vnqua nonuengna magio. tante dimalusagio. cbedistata gielore.  | 
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 . 
Al mio vivente amore: 
jo non ti falliragio 
per lo lusingatore 
che parlla di tal fallagio. 
Ed io sì t'ameragio; 
per quello ch'è salvagio; 
Dio li mandi dolore, 
unqua non vengna a magio: 
tant'è di mal usagio, 
che di stat'à gielore>>. 
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