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Edizione diplomatica

cc. 21r-21v

    Mess(er) Guido iudice dalecolonne

L  Amia vite si forte dura efera: keo n posso uiuere ne morīe
    Anꞔi distrugo come alfoco cera: esto como ke n si po sētire.
    Escito sō de seno auere e sono incuminciato ainfolliē.
    Ma ben mi poria campare quella p cui mauene tucto
    questo penare p bene amare lo meo cor si ritene.

Merꞔe faria sella maiutasse: da keo p lei son cosi giudicato.
Equalke bon conforto mi donasse: ke eo no fosse cosi alapidato.
Peccato faria sella mi lassasse. esser si fortemente condempinato.
Keo no mi trouo aiuto ne ki midar conforto: undeo sono ismar
ruto euenuto ne sono amal porto.

Se madonna sauesse li martiri : elitormenti laueo sono intrato.
ben credo ke mi darea lo suo amore: keo lo si fortemente goliato.
piu di nullaltra cosa mistan core: si keo nono riposo inullo lato.
Tanto miten distrecto keo nono bailia sto comomo sconficto sē
ꞔa dicto sono in malauia.

Or confiragio oilasso adolorato: keo nõ trouo kuni consilliare.
Ditanto mondo quantagio cercato: nullo consillio no posso trouae.

Senõ quella kaualore: didarme morte euita sença nullo tenore:
lo suo amore me manna saporita.

Va cançonetta fresca enouella: aquella ke ditucte lacorona.
Euasaluta quellalta donçella. dikeo son seruo dela sua psona.
Edi ke p suo honore questo facella: tragami dele pene kemidona.
Efaria caunoscença: da ke ma cosi preso: no mi lassi impdença: keo
nono sciença intal dogla mamiso.
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