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Ogn’omo ch’ama de’ amar so ‘nore

Repertorio: RMS:
Manoscritti: Vaticano latino 3793, c. 117r (A338 - Sigl. Ant.):
                   Laurenziano Redi 9, c. 142r (B410 - Sigl. Ant.)
Metrica:  A B.  A B.  A B.  A B;  C D C, D C D, sonetto. 
Edizioni: D'Ancona-Comparetti 1875-1888 IV, p. 63; Cesareo 1930, p. 350; Langley 1915, p. 71; Guerrieri Crocetti 1947, p. 148; Salinari 1951, p. 105; Vitale 1951, p. 165; Santangelo 1928; p. 346; Panvini 1962, p. 47; Sanguineti 1965, p. 20; Antonelli 1979, pp. 301-305; Antonelli 2008.
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Edizioni

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Antonelli 1979

Ogn'omo c'ama de' amar so 'note
e de la donna che prende ad amare;
e foll'è chi non è soferitore,
che la natura   de' omo :isforzare;
e non de' dire ciò ch'egli ave in core,
che la parola non pò ritornare:
da tutta gente tenut'è migliore
chi à misura   ne lo so parlare. 

Dunque, madonna, mi voglio sofrire
di far sembianti a la vostra contrata,
che la gente si sforza di maldire; 

però lo faccio, non siate blasmata,
che l'omo si diletta più di dire
lo male che lo bene a la fiata. 
 

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Tradizione manoscritta

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CANZONIERE A

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Edizione diplomatica

.
O  ngnomo cama de amare losuo onore. edeladon(n)a cheprende adamare.
efolle chi non(n)e conoscidore. chelanatura delom(m)o isforzare.
enonde dire cio chelgliaue jncore. chelaparola nonpo ritornare.
edalagiente ne tenuto milgliore. chia misura nelosuo parlare.
   Dumque madon(n)a miuolglio sofrire. difare sembianti alauostra contrata.
chelagiente siforza dimale dire. Pero lodico nomsiate blasmata.
chelagiente sidiletta piu di dire. lomale chelobene tale fiata.
 
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Edizione diplomatico-interpretativa

 

I
.
O ngnomo cama de amare losuo onore. edeladon(n)a cheprende adamare.
efolle chi non(n)e conoscidore. chelanatura delom(m)o isforzare.

 
.
Ongn'omo c'ama de' amare lo suo onore
e de la donna che prende ad amare;
e foll' è chi nonn è conoscidore,
che la natura de' l'ommo isforzare;
 
II
.
enonde dire cio chelgliaue jncore. chelaparola nonpo ritornare.
edalagiente ne tenuto milgliore. chia misura nelosuo parlare.

 
.
E non de' dire ciò ch'elgli ave jn core,
che la parola non pò ritornare;
e da la giente n' è tenuto milgliore
chi à misura ne lo suo parlare.
 
III
.
      Dumque madon(n)a miuolglio sofrire. difare sembianti alauostra contrata.
chelagiente siforza dimale dite.

 
.
Dumque, madonna, mi voglio sofrire
di fare sembianti a la vostra contrata,
che la giente si forza di male dire.
 
IV
.
                                                        Pero lodico nomsiate blasmata.
chelagiente sidiletta piu di dire. lomale chelobene tale fiata.

 
.
Però lo dico, nom siate blasmata,
che la giente sì diletta più di dire
lo male che lo bene tale fiata.
 
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CANZONIERE B1

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Edizione diplomatica

.
Notar giacomo
.
Ognomo chama deamar sonore. edeladon(n)a cheprende adamare.
Efolle chinone soferitore. chelanatura deue omo isforçare.
Nulomo deue dire cio caincore. chelaparola no(n)po ritornare.
Datucta gente tenute milliore. chia misura neloso parlare.
   p(ero) madon(n)a miuollio sofrire. difar senblança inuostra co(n)trada.
p(er)che lagente sisforça dimaldire.
   efaciol p(er)cheno(n) siate biasmata. chelomo sidilecta piu didire 
lomale chelobene alafiata.
 
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Edizione diplomatico-interpretativa

I
.
Notar giacomo
.
Ognomo chama deamar sonore. edeladon(n)a cheprende adamare.
Efolle chinone soferitore. chelanatura deue omo isforçare.

 
.
Notar Giacomo
.
Ogn'omo ch'ama de' amar so' nore
e de la donna che prende ad amare;
e foll'è chi non è soferitore,
che la natura deve omo isforçare;
 
II
.
Nulomo deue dire cio caincore. chelaparola no(n)po ritornare.
Datucta gente tenute milliore. chia misura neloso parlare.

 
.
Nul'omo deve dire ciò c'à in core,
che la parola non pò ritornare:
da tucta gente tenut'è milliore
chi à misura ne lo so parlare.
 
III
.
   p(ero) madon(n)a miuollio sofrire. difar senblança inuostra co(n)trada.
p(er)che lagente sisforça dimaldire.

 
.
Però, madonna, mi vollio sofrire
di far senblança in vostra contrada,
perché la gente si sforça mdi maldire;
 
IV
.
    efaciol p(er)cheno(n) siate biasmata. chelomo sidilecta piu didire 
lomale chelobene alafiata.

 
.
E faciol perché non siate biasmata,
che l'omo si dilecta più di dire
lo male che lo bene a la fiata.
 
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