Ogn'omo c'ama de' amar so 'note
e de la donna che prende ad amare;
e foll'è chi non è soferitore,
che la natura de' omo :isforzare;
e non de' dire ciò ch'egli ave in core,
che la parola non pò ritornare:
da tutta gente tenut'è migliore
chi à misura ne lo so parlare.
Dunque, madonna, mi voglio sofrire
di far sembianti a la vostra contrata,
che la gente si sforza di maldire;
però lo faccio, non siate blasmata,
che l'omo si diletta più di dire
lo male che lo bene a la fiata.
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. O ngnomo cama de amare losuo onore. edeladon(n)a cheprende adamare. efolle chi non(n)e conoscidore. chelanatura delom(m)o isforzare. enonde dire cio chelgliaue jncore. chelaparola nonpo ritornare. edalagiente ne tenuto milgliore. chia misura nelosuo parlare. Dumque madon(n)a miuolglio sofrire. difare sembianti alauostra contrata. chelagiente siforza dimale dire. Pero lodico nomsiate blasmata. chelagiente sidiletta piu di dire. lomale chelobene tale fiata. |
I
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O ngnomo cama de amare losuo onore. edeladon(n)a cheprende adamare. efolle chi non(n)e conoscidore. chelanatura delom(m)o isforzare. |
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Ongn'omo c'ama de' amare lo suo onore e de la donna che prende ad amare;
e foll' è chi nonn è conoscidore,
che la natura de' l'ommo isforzare;
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II
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enonde dire cio chelgliaue jncore. chelaparola nonpo ritornare. edalagiente ne tenuto milgliore. chia misura nelosuo parlare. |
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E non de' dire ciò ch'elgli ave jn core, che la parola non pò ritornare;
e da la giente n' è tenuto milgliore
chi à misura ne lo suo parlare.
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III
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Dumque madon(n)a miuolglio sofrire. difare sembianti alauostra contrata. chelagiente siforza dimale dite. |
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Dumque, madonna, mi voglio sofrire di fare sembianti a la vostra contrata,
che la giente si forza di male dire.
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IV
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Pero lodico nomsiate blasmata. chelagiente sidiletta piu di dire. lomale chelobene tale fiata. |
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Però lo dico, nom siate blasmata, che la giente sì diletta più di dire
lo male che lo bene tale fiata.
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. Notar giacomo . Ognomo chama deamar sonore. edeladon(n)a cheprende adamare. Efolle chinone soferitore. chelanatura deue omo isforçare. Nulomo deue dire cio caincore. chelaparola no(n)po ritornare. Datucta gente tenute milliore. chia misura neloso parlare. p(ero) madon(n)a miuollio sofrire. difar senblança inuostra co(n)trada. p(er)che lagente sisforça dimaldire. efaciol p(er)cheno(n) siate biasmata. chelomo sidilecta piu didire lomale chelobene alafiata. |
I
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Notar giacomo .
Ognomo chama deamar sonore. edeladon(n)a cheprende adamare.
Efolle chinone soferitore. chelanatura deue omo isforçare. |
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Notar Giacomo .
Ogn'omo ch'ama de' amar so' nore
e de la donna che prende ad amare;
e foll'è chi non è soferitore,
che la natura deve omo isforçare;
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II
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Nulomo deue dire cio caincore. chelaparola no(n)po ritornare. Datucta gente tenute milliore. chia misura neloso parlare. |
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Nul'omo deve dire ciò c'à in core, che la parola non pò ritornare:
da tucta gente tenut'è milliore
chi à misura ne lo so parlare.
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III
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p(ero) madon(n)a miuollio sofrire. difar senblança inuostra co(n)trada. p(er)che lagente sisforça dimaldire. |
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Però, madonna, mi vollio sofrire di far senblança in vostra contrada,
perché la gente si sforça mdi maldire;
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IV
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efaciol p(er)cheno(n) siate biasmata. chelomo sidilecta piu didire lomale chelobene alafiata. |
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E faciol perché non siate biasmata, che l'omo si dilecta più di dire
lo male che lo bene a la fiata.
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