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Tradizione manoscritta

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CANZONIERE V

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Vail al manoscritto [1]

 

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Edizione diplomatica

Vno disio menato. damore tanto corale. chenomposso altro chello. come fuoco
stipato. tutora sormonta esale. raprendendomi nello. ORsono alparagone. che
samore p(er)rasgione. dona mortte p(er)uso. j chio mora senza jnduso. cosi fortte min chama.
dalbore sanza rama.
SEperasgione nondae. nep(er)usoamore mortte. mortte temo zo cherendo. cosi luna da
rae. alcore disretta fortte. ondio moro morendo. Dimortte nospauento. chemorire
jntormento eallegreza egioia. secondo chegrande noia. aquello vomo morire. chastato
digioire.                        
Gjoia non(n)o nespe[ro]. chamore mifa uolere. sanza lale uolare. edintale loco altero. cha
verei prima pod[ee]. desto mondddo disfare. Cosi non(n)e comgabo. sio dolglio elmale dico
abo. chamore amare mifacie. tale che nonmicomfacie. tale chenagio dottanza. pur
difarlle sembianza.
Dotto edo paura. dimostrarlle chadeo. lami come molto am(m)o. pero coltre misura. secon
ddo cheuegio eo. ella sermonta damo. Traledonne amiro. cosi quando lamiro. meme
desimo disdengno. edico nomsono dengno. disialto montare. nonui poria andare.
Asdengno me megiesse jnuerlle sue alteze. marauilgliano mene. chanche pintura jn
giesse. dicotante adorneze. nomsifecie nedene. Alosole da chiarore. ongni spera spl
endore. dallei quanta splende. ongni uertute nesciende. lamare ladot(e)rina. tanta disen
gnoria.
Cosi samore comanda. euuole purche lami io. ello fa gramde pechato. sedello allei
nonmanda. nelo core disio. damore bene jncarnato. Checomio lamo mami. e p(er)sem
bianza chiami. lomio core ecomfortti. chedio amore leportti. ocomaltri amadori.
come mia donna lanori.
Glia madori tuti quanti. ledon(n)e eledonzelle che damore anno chura. comsospiri
ecompianti. piu chenomsono lestelle. assai oltre misura. Jo fo priegio dicore. che
prieghino lamore. chemitraga deranza. edagiane pietanza. ondio agia chagione.
dallegrare jnchanzone
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Edizione diplomatico-interpretativa

I
Vno disio menato. damore tanto corale. chenomposso altro chello. come fuoco
stipato. tutora sormonta esale. raprendendomi nello. ORsono alparagone. che
samore p(er)rasgione. dona mortte p(er)uso. j chio mora senza jnduso. cosi fortte min chama.
dalbore sanza rama.
Uno disio mʹè nato
dʹamore tanto corale,
che nom posso altro chello:
come fuoco stipato,
tutora sormonta e sale,
raprendendomi ʹn ello.
Or sono al paragone:
che sʹamore per rasgione
dona mortte per uso,
chʹio mora senza jnduso:
così fortte mʹinchama
dʹàlbore sanza rama.
II
SEperasgione nondae. nep(er)usoamore mortte. mortte temo zo cherendo. cosi luna da
rae. alcore disretta fortte. ondio moro morendo. Dimortte nospauento. chemorire
jntormento eallegreza egioia. secondo chegrande noia. aquello vomo morire. chastato
digioire.
Se per rasgione non dàe
né per uso amore mortte,
mortte temo zo cherendo:
così lʹuna daràe
al core distretta fortte,
ondʹio morò morendo.
Di mortte no spavento,
ché morire jn tormento
è allegreza e gioia,
secondo chʹè grande noia
a quello uomo morire
cʹha stato di gioire.
III
Gjoia non(n)o nespe[ro].(1) chamore mifa uolere. sanza lale uolare. edintale loco altero. cha
verei prima pod[ee].(2) desto mondddo disfare. Cosi non(n)e comgabo. sio dolglio elmale dico
abo. chamore amare mifacie. tale che nonmicomfacie. tale chenagio dottanza. pur
difarlle sembianza.
Gjoia nonn-o né spe[ro],
chʹamore mi fa volere
sanza lʹale volare,
ed in tale loco altero
chʹaverei prima pod[ee]
dʹesto monddo disfare.
Così nonn-è com gabo
sʹio dolglio e ʹl male, dico, abo:
chʹamore amare mi facie
tale che non mi comfacie,
tale che nʹagio dottanza
pur di farlle sembianza.
IV
Dotto edo paura. dimostrarlle chadeo. lami come molto am(m)o. pero coltre misura. secon
ddo cheuegio eo. ella sermonta damo. Traledonne amiro. cosi quando lamiro. meme
desimo disdengno. edico nomsono dengno. disialto montare. nonui poria andare.
Dotto ed o paura
di mostrarlle chad eo
lʹami come molto ammo,
però cʹoltre misura,
seconddo che vegio eo,
ella sermonta dʹamo
tra le donne a miro:
così, quando la miro:
me medesimo disdengno,
e dico: nom sono dengno
di sì alto montare:
non vi poria andare.
V
Asdengno me megiesse jnuerlle sue alteze. marauilgliano mene. chanche pintura jn
giesse. dicotante adorneze. nomsifecie nedene. Alosole da chiarore. ongni spera spl
endore. dallei quanta splende. ongni uertute nesciende. lamare ladot(e)rina. tanta disen
gnoria.
Asdengnome giesse,
jnverʹlle sue alteze
maravilglia no mʹène,
chʹanche pintura jn giesse
di cotante adorneze
nom si fecie néd ène.
A lo sole dà chiarore,
ongni sperʹa splendore
da˙llëi, quanta splende;
ongni vertute ne sciende;
lʹamare la doteria,
tantʹa di sengnoria.
VI
Cosi samore comanda. euuole purche lami io. ello fa gramde pechato. sedello allei
nonmanda. nelo core disio. damore bene jncarnato. Checomio lamo mami. e p(er)sem
bianza chiami. lomio core ecomfortti. chedio amore leportti. ocomaltri amadori.
come mia donna lanori.
Così, sʹamore comanda
e vuole pur che lʹami io,
ello fa gramde pechato
se dello a˙llei non manda
ne lo core disio
dʹamore bene jncarnato,
che, comʹio lʹamo, mʹami
e per sembianza chiami
lo mio core e comfortti
ched io amore le portti
o, comʹaltri amadori
come mia donna la ʹnori.
VII
Glia madori tuti quanti. ledon(n)e eledonzelle che damore anno chura. comsospiri
ecompianti. piu chenomsono lestelle. assai oltre misura. Jo fo priegio dicore. che
prieghino lamore. chemitraga deranza. edagiane pietanza. ondio agia chagione.
dallegrare jnchanzone
Gli amadori tuti quanti,
le donne e le donzelle
che dʹamore anno chura,
com sospiri e com pianti
più che nom sono le stelle
assai oltre misura,
jo fo priego di core
che prieghino lʹamore
che mi traga dʹeranza
ed agia˙ne pietanza,
ondʹio agia chagione
dʹallegrare jn chanzone.

NOTE:
1)  In V, le ultime due lettere della parola precedenti il punto metrico sono quasi illeggibili. A testo si è proceduto inserendo una possibile ipotesi lettura, tenendo conto anche del contesto generale: nespe[ro].
 2) In V, le ultime lettere della parola si leggono con difficoltà. A testo si è proceduto inserendo una possibile ipotesi di lettura,tenendo conto anche del contesto generale: pod[ee].
3)
In V, l corregge una e.
 

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