Lirica Medievale Romanza
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RINALDO D'AQUINO

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EDIZIONE

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Venuto m'è in talento

Mss. V 27, c7r (Messer Rinaldo daquino); V1, c. 2r (solo i vv. 1-3, fino a ch); P 63, c. 35r (messer rainaldo daquino). 
 
Edizioni: D’Ancona-Comparetti 1875-88, I, 73; Tallgren 1917, 265; Vitale 1951,201; Panvini 1957-58, 19; Panvini 1962-64, 95; Salinari 1968, 140; CLPIO, 252 (P), 311 (V); Panvini 1994, 149. 
 
Metrica: a7 b7 c11, a7b7 c11, d11 e11 f11 f5, g11 g5 e11 d11 (Antonelli 1984, 310:2). Canzone di cinque strofi unissonans ognuna di quattordici versi; tutte capfinidas tranne I-II in V e III-IV in P. 

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Collazione

I.1
v. 1
V
P
Venuto m’è in talento
Venuto m’è in talento
I.2
v. 2
V
P
Di gioia mi rinouare, 
de gio’ mi rinouare,
I.3
v. 3
V
P
ch’io l’avea quasi messo n’obrianza;
k’eo l’auea quasi miso in obrianza;
I.4
v. 4
V
P
ben fora fallimento
ben fora fallimento
I.5
v. 5
V
P
de lo ‘n tutto lasciare, 
de lo tutto lasciare,
I.6
v. 6
V
P
per perdenza, cantare d’alegranza;
per perdenza, cantare in allegranza: 
I.7
v. 7
V
P
perch’eo sono dato ne la sengnoria
poi ke son dato ne la signoria
I.8
v. 8
V
P
d’amore che sono di piacier è nato,
d’amore ke solo di piacere è nato,
I.9
v. 9
V
P
piacere lo nodrisce e da crescienza,
piacere lo nodrisce e dà crescienza,
I.10
v. 10
V
P
vol che fallenza
vol ke fallenza
I.11
v. 11
V
P
non aggia l’ommo contro a suo servente,
non agia l’omo poi k’è suo servente,
I.12
v. 12
V
P
ma sia piagiente, 
ma sia piacente, 
I.13
v. 13
V
P
si che piacca li boni e serv’a grato:
si ke piacia a li buoni e serva a grato
I.14
v. 14
V
P
e piagiere vole che l’ommo algrea stia
piacer vol ke l’omo allegro sia.
II.1
v. 15
V
P
Sia di tale movimento
Sia di tal movimento
II.2
v. 16
V
P
Che si facca laudare
Ke si faccia laudare
II.3
v. 17
V
P
Chi’n fino amore vuole avere speranza,
K’in fino amore vole avere speranza,
II.4
v. 18
V
P
che per gran valimento
ke per gran valimento 
II.5
v. 19
V
P
si dovria conquistare
si deve conquistare
II.6
v. 20
V
P
gioia amorosa di bona speranza. 
gioia amorosa di bona intendanza.
II.7
v. 21
V
P
Poi che tal ne l’amorosa via
poi ke tal este l’amorosa via,
II.8
v. 22
V
P
Chi vuol presgio e d’essere inalzato
ke per presio de’essere onorato:
II.9
v. 23
V
P
La via tenga ond’Amore s’inconinza,
a via mi pare ke d’amor s’incomenza,
II.10
v. 24
V
P
cio è valenza,
ciò è piacenza,
II.11
v. 25
V
P
ca per valere avere ommo valente,
che per piacere avere homo valente, 
II.12
v. 26
V
P
onde la giente 
per ca la gente 
II.13
v. 27
V
P
deve valere e d’essere inalzato
deve piacere e d’essere inalzato
II. 14
v. 28
V
P
amore chi si mette in sua ballia.
l’amore, ke si mette in sua bailia. 
III.1
v. 29
V
P
In balia e n’servimento
In balia e in servimento
III.2
v. 30
V
P
Sono stato e vo’ stare
Son stato e voglio stare
III.3
v. 31
V
P
A tuta la mia mente co.leanza,
Tutta mia vita d’amore co.lleanza,
III.4
v. 32
V
P
poi che per uno ciento
poi che dell’una cento
III.5
v. 33
V
P
m’à saputo amendare
m’à saputo mendare
III.6
v. 34
V
P
del male ch’i’ aggio avuto e la pesanza;
lo mal k’eo agio avuto e la pesanza;
III.7
v. 35
V
P
a tal m’a dato che non s’aporia
ka tal m’à dato non si poria
III.18
v. 36
V
P
trovare, quando fosse ben tentato
trovare, quando ben fosse cercato,
III.19
v. 37
V
P
una si bella con tanta valenza.
si bella donna né tanta valenza;
III.20
v. 38
V
P
Onde m’agienza
per che m’agenza
III.21
v. 39
V
P
Per zo chi l’ammo tanto finemente, 
se tuttor l’amo cosi finemente,
III.22
v. 40
V
P
c’al mio parvente
ke m’è parvente
III.23
v. 41
V
P
i’ nom paria d’affanno eser gravato
ke non pot’on d’affanno esser gravato
III.24
v. 42
V
P
poi di bono core tal donna serveria. 
per ke tuttora tal donna disia.
 
IV.1
v. 43
V
P
Serveria a piacimento
Senza ripentimento 
IV.2
v. 44
V
P
La più fina d’amare,
Ben deve meritare
IV.3
v. 45
V
P
ond’io so’rico di gioia d’amanza, 
l’amor ke mi disdisse tale amanza;
IV.4
v. 46
V
P
e lo io alegramento
più mi fue a piacimento
IV.5
v. 47
V
P
non si poria contare
li ochi che per guardare
IV.6
v. 48
V
P
per zo che la mia donna a perdonanza
mi fecero giausire su’ sembranza.
IV.7
v. 49
V
P
e nullo core no lo penseria
Si e sovrana ke non si kereria
IV.8
v. 50
V
P
che di pensando fosse sì penato.
Sua para, per ke in gio’ m’este adoblato
IV.9
v. 51
V
P
Adunque, mi taciere conoscienza,
Lo core ke d’essa in sovenenza;
IV.10
v. 52
V
P
mia penitenza
agio credenza,
IV.11
v. 53
V
P
agio compiuta ormai e son gaudente,
poi k’a.llei piace k’eo le sia intendente,
IV.12
v. 54
V
P
si che neente
che grandemente
IV.13
v. 55
V
P
ò rimembranza de lo mal passato,
mi faccia bene, poi k’o sì affanato:
IV.14
v. 56
V
P
poi c’a madonna piacie ch’i’n gio sia
valore a in sé presiata cortesia.
V.1
v. 57
V
P
Gioia e confortamento
suo cortese portamento
V.2
v. 58
V
P
Di bon core deo pilgliare
Mi fa di gioia dare 
V.3
v. 59
V
P
Vedendomi in cotanta benenanza,
Compitamente ferma sicuranza,
V.4
v. 60
V
P
avere soferamento
e.llo suo insegnamento 
V.5
v. 61
V
P
e nonn-unque orgogliare.
mi difende di fare
V.6
v. 62
V
P
Inver’l’amore con umilianza
ogna cosa ke sia contra innoranza:
V.7
v. 63
V
P
Piacentemente servir tutavia
farmi valere più k’eo non varria
 
V.8
v. 64
V
P
Che nullo bono servente es’ubriato.
pensando in ella più son confortato
V.9
v. 65
V
P
Gran guiderdone framette soferenza
d’avere, per sua grande caunoscenza
V.10
v. 66
V
P
Che per temenza
la mia intendenza, 
V.11
v. 67
V
P
Di troppo dire ne deve essere tacente,
cio è gioia d’amore si altamente
V.12
v. 68
V
P
talora si pente:
com’ella sente
V.13
v. 69
V
P
a voi mi laudo donna, a chui sono dato 
per lo suo presio avere sormontato
V.14
v.70
V
P
umile e servente note’dia.
ogn’altro presio ke.ssi trovaria.
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Tradizione manoscritta

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CANZONIERE V

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Edizione diplomatica

Venuto me intalento. digioia mirinouare. chio lauea quasi messo no Brianza. benfora fallimento. delontuto lasciare. p(er) perdenza cantare dalegranza. p(er) cheo sono dato nela sengnoria. damore chesolo dipiaciere nato. piaciere lo nodriscie edacrescienza. uol che fallenza. nonagia lom(m)o contro asuo seruente. masia piagiente. siche piacca liboni eseruagrato. e piagiere uole che lom(m)o alegra stia.   
Sia ditale mouimento. che si facca laudare. chinfino amore uuole auere speranza. che p(er) granualimento. Sidouria conquistare. gioia amorosa dibona speranza. poi che talne lamorosa uia. *chiuol presgio edessere inalzato. * lauia tenga ondamore sinconinza. Cioe ualenza. ca p(er) ualere auere om(m)o ualente. onde lagiente. deue ualere edessere inalzato. amore chisimette insua ballia.
In balia enseruimento. sono stato evostare. atuta lamia mente coleanza. poi che p(er) uno ciento. masaputo amendare. del male chiagio auuto elapesanza. a talmadato cheno (n) saporia. trovare quando fosse bententato. una sibella contanta ualenza. onde magienza. p(er)zo chilam(m)o tanto fine mente. cal mio paruente. inomparia daffan(n)o esergrauato. poi dibono core taldon(n)a serueria.
Serueria apiacimento. lapiu fina damare. ondio sorico digioia damanza. elomio alegramento. no(n) si poria contare. p(er)zo chelamia don(n)a ap(er)donanza. e nullo core nolo penseria. chedipensando fosse sipenato. adunque mitaciere conoscienza. mia penitenza. agio compiuta ormai eson gaudente. siche ne ente. o rimembranza delomalpassato. poi ca madon(n)a piacie chingiosia.
Gioia e confortamento. dibon core deo pilgliare. vedendomi incotanta Benenanza. avere soferamento enon(n)unque orgogliare. inverl amore conumilianza. piacente mente seruir tutauia. chenullo Bono seruente esubriato. gran guiderdone framette soferenza. che p(er)temenza. ditroppo dire ne deue essere tacente. talora sipente. avoi milaudo don(n)a achui sono dato umile eseruente note dia.
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Edizione diplomatico-interpretativa

 I
 
 Venuto me intalento. digioia mirinouare. chio lauea quasi messo no Brianza. benfora fallimento. delontuto lasciare. p(er) perdenza cantare dalegranza. p(er) cheo sono dato nela sengnoria. damore chesolo dipiaciere nato. piaciere lo nodriscie edacrescienza. uol che fallenza. nonagia lom(m)o contro asuo seruente. masia piagiente. siche piacca liboni eseruagrato. e piagiere uole che lom(m)o alegra stia.   
 

 
 Venuto m’è in talento
Di gioia mi rinouare, 
ch’io l’avea quasi messo n’obrianza;
ben fora fallimento
de lo ‘n tutto lasciare, 
per perdenza, cantare d’alegranza;
perch’eo sono dato ne la sengnoria
d’amore che sono di piacier è nato,
piacere lo nodrisce e da crescienza,
vol che fallenza
non aggia l’ommo contro a suo servente,
ma sia piagiente, 
si che piacca li boni e serv’a grato:
e piagiere vole che l’ommo algrea stia. 

 
 II
 
 Sia ditale mouimento. che si facca laudare. chinfino amore uuole auere speranza. che p(er) granualimento. Sidouria conquistare. gioia amorosa dibona speranza. poi che talne lamorosa uia. *chiuol presgio edessere inalzato. * lauia tenga ondamore sinconinza. Cioe ualenza. ca p(er) ualere auere om(m)o ualente. onde lagiente. deue ualere edessere inalzato. amore chisimette insua ballia
 

 
 
 Sia di tale movimento
Che si facca laudare
Chi’n fino amore vuole avere speranza,
che per gran valimento
si dovria conquistare
gioia amorosa di bona speranza. 
Poi che tal ne l’amorosa via
*Chi vuol presgio e d’essere inalzato*
La via tenga ond’Amore s’inconinza,
cio è valenza,
ca per valere avere ommo valente,
nde la giente 
deve valere e d’essere inalzato
amore chi si mette in sua ballia
 

 
 III 
 
 In balia enseruimento. sono stato evostare. atuta lamia mente coleanza. poi che p(er) uno ciento. masaputo amendare. del male chiagio auuto elapesanza. a talmadato cheno (n) saporia. trovare quando fosse bententato. una sibella contanta ualenza. onde magienza. p(er)zo chilam(m)o tanto fine mente. cal mio paruente. inomparia daffan(n)o esergrauato. poi dibono core taldon(n)a serueria.
 

 
 In balia e n’servimento
Sono stato e vo’ stare
A tuta la mia mente co.leanza,
poi che per uno ciento
m’à saputo amendare
del male ch’i’ aggio avuto e la pesanza;
a tal m’a dato che non s’aporia
trovare, quando fosse ben tentato
una si bella con tanta valenza.
Onde m’agienza
Per zo chi l’ammo tanto finemente, 
c’al mio parvente
i’ nom paria d’affanno eser gravato
poi di bono core tal donna serveria.
 
 
 IV
  
 Serueria apiacimento. lapiu fina damare. ondio sorico digioia damanza. elomio alegramento. no(n) si poria contare. p(er)zo chelamia don(n)a ap(er)donanza. e nullo core nolo penseria. chedipensando fosse sipenato. adunque mitaciere conoscienza. mia penitenza. agio compiuta ormai eson gaudente. siche ne ente. o rimembranza delomalpassato. poi ca madon(n)a piacie chingiosia.
 

 
  Serveria a piacimento
La più fina d’amare,
ond’io so’rico di gioia d’amanza, 
e lo io alegramento
non si poria contare
per zo che la mia donna a perdonanza
e nullo core no lo penseria
che di pensando fosse sì penato.
Adunque, mi taciere conoscienza,
mia penitenza
agio compiuta ormai e son gaudente,
si che neente,
ò rimembranza de lo mal passato,
poi c’a madonna piacie ch’i’n gio sia.

 
 V
  
 Gioia e confortamento. dibon core deo pilgliare. vedendomi incotanta Benenanza. avere soferamento enon(n)unque orgogliare. inverl amore conumilianza. piacente mente seruir tutauia. chenullo Bono seruente esubriato. gran guiderdone framette soferenza. che p(er)temenza. ditroppo dire ne deue essere tacente. talora sipente. avoi milaudo don(n)a achui sono dato umile eseruente note dia.
 

 
 Gioia e confortamento
Di bon core deo pilgliare
Vedendomi in cotanta benenanza,
avere soferamento
e nonn-unque orgogliare.
Inver’l’amore con umilianza
Piacentemente servir tutavia
Che nullo bono servente es’ubriato.
Gran guiderdone framette soferenza
Che per temenza
Di troppo dire ne deve essere tacente,
talora si pente:
a voi mi laudo donna, a chui sono dato
umile e servente note’dia.  

 
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CANZONIERE P

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Edizione diplomatica


Uenuto me intalento: degio mi rinouare: keo lauea quasi miso inobriança. benfora fallimento: delo tucto lasciare: p(er) p(er)dença cantare: inallegrança. poi ke son dato nelasignoria: damore ke solo dipiac(er)e enato: piacierelo nodriscie eda cresciença: uol ke fallença: nonagia lomo poi ke suo seruente: masia piacente. sike piacia alibuoni eserua agrato. piacer uol ke lomo allegro sia.   
Sia di tal mouimento ke si faccia laudare: Kin fino amore uole auere sperança. ke p(er) granualimento si deve conq(u)istare. gioia amorosa dibona intentança. poi ke taleste lamorosa uia: ke p(er) presio de essere honorato: lauia mi pare ke damor sincomença: cioe piacença. ke p(er) piacere(re) auene homo ualente: p(er) calagente deue piace(re): edessere inalçato: lamore ke si mecte insua bailia.
In balia enseruimento son stato: euollio stare tucta mia uita damore colleança. poike delluna cento ma saputo mendare: lomal keo agio auuto: e la pesança. ka tal madato no(n) si poria trouare: quando ben fosse cercato: si bel la donna netanta ualença: p(er)ke magença: se tuctor lamo cosi finamente: ke me paruente: keno(n) poton daffanno esser grauato: p(er) ke tuctora  tal donna disia.
Sença ripentimento ben deue meritare: lamore ke mi disdisse tale amança. piu mifue apiacimento liochi ke p(er) guardare: mi fecero giausire su sembrança. sie souranakeno(n) si kereria sua para: p(er)ke ingio meste adoblato: locore ke dessa insouenença: agio credença: poi kallei piace: keo lesia intentente: ke grande mente mi faccia bene poi cosi affanato. ualore ainse presiata cortesia. 

Suo cortese portamento: mi fa di gioia dare: (com) pitam(en)te fe(r)ma sicurança. ello suo insegnam(e)nto: mi difende difare. ogna cosa kesia contra innorança. farmi ualere pui keo no(n) uarria. pensando inella piu son confortato: dauere p(er) sua grande caunoscença. lamia intendença: cio e gioia damore si altamente comella sente: p(er)lo suo presio auere sormontato: ognaltro presio kessi trouaria. 
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Edizione diplomatico-interpretativa

 
 I
 
 
 Uenuto me intalento: degio mi rinouare: keo lauea quasi miso inobriança. benfora fallimento: delo tucto lasciare: p(er) p(er)dença cantare: inallegrança. poi ke son dato nelasignoria: damore ke solo dipiac(er)e enato: piacierelo nodriscie eda cresciença: uol ke fallença: nonagia lomo poi ke suo seruente: masia piacente. sike piacia alibuoni eserua agrato. piacer uol ke lomo allegro sia. 
 
 
 Venuto m’è in talento
de gio’ mi rinovare,
k’eo l’avea quasi miso in obrianza;
ben fora fallimento
de lo tutto lasciare,
per perdenza, cantare in allegranza: 
poi ke son dato ne la signoria
d’amore ke solo di piacere è nato,
piacere lo nodrisce e dà crescienza,
vol ke fallenza
non agia l’omo poi k’è suo servente,
ma sia piacente
si ke piacia a li buoni e serva a grato
piacer vol ke l’omo allegro sia.

 
 
 
 II
 
 
 Sia di tal mouimento ke si faccia laudare: Kin fino amore uole auere sperança. ke p(er) granualimento si deve conq(u)istare. gioia amorosa dibona intentança. poi ke taleste lamorosa uia: ke p(er) presio de essere honorato: lauia mi pare ke damor sincomença: cioe piacença. ke p(er) piacere(re) auene homo ualente: p(er) calagente deue piace(re): edessere inalçato: lamore ke si mecte insua bailia.
 

 
 
 Sia di tal movimento
Ke si faccia laudare
K’in fino amore vole avere speranza,
ke per gran valimento 
si deve conquistare
gioa amorosa di bona intendanza,
poi ke tal este l’amorosa via,
ke per presio de’essere onorato:
la via mi pare ke d’amor s’incomenza,
ciò è piacenza,
che per piacere avere homo valente, 
per ca la gente 
deve piacere e d’essere inalzato
l’amore, ke si mette in sua bailia. 

 
 
 III
 
 
 In balia enseruimento son stato: euollio stare tucta mia uita damore colleança. poike delluna cento ma saputo mendare: lomal keo agio auuto: e la pesança. ka tal madato no(n) si poria trouare: quando ben fosse cercato: si bel la donna netanta ualença: p(er)ke magença: se tuctor lamo cosi finamente: ke me paruente: keno(n) poton daffanno esser grauato: p(er) ke tuctora  tal donna disia.
 

 
 
 In balia e in servimento
Son stato e voglio stare
Tutta mia vita d’amore co.lleanza,
poi che dell’una cento
m’à saputo mendare
lo mal k’eo agio avuto e la pesanza;
ka tal m’à dato non si poria
trovare, quando ben fosse cercato,
si bella donna né tanta valenza;
per che m’agenza
se tuttor l’amo cosi finemente,
ke m’è parvente
ke non pot’on d’affanno esser gravato
per ke tuttora tal donna disia.

 

 
 IV
 
 
 Sença ripentimento ben deue meritare: lamore ke mi disdisse tale amança. piu mifue apiacimento liochi ke p(er) guardare: mi fecero giausire su sembrança. sie souranakeno(n) si kereria sua para: p(er)ke ingio meste adoblato: locore ke dessa insouenença: agio credença: poi kallei piace: keo lesia intentente: ke grande mente mi faccia bene poi cosi affanato. ualore ainse presiata cortesia.

 

 
 Senza ripentimento 
Ben deve meritare
l’amor ke mi disdisse tale amanza;
più mi fu e a piacimento
li ochi che per guardare
mi fecero giausire su’ sembranza. 
Si e sovrana ke non si kereria 
Sua para, per ke in gio’ m’este adoblato
Lo core ke d’essa in sovenenza;
agio credenza,
poi  k’a.llei piace k’eo le sia intendente,
che grandemente
mi faccia bene, poi k’o sì affanato:
valore a in sé presiata cortesia.

 
 
 
 V
 
 
 Suo cortese portamento: mi fa di gioia dare: (com) pitam(en)te fe(r)ma sicurança. ello suo insegnam(e)nto: mi difende difare. ogna cosa kesia contra innorança. farmi ualere pui keo no(n) uarria. pensando inella piu son confortato: dauere p(er) sua grande caunoscença. lamia intendença: cio e gioia damore si altamente comella sente: p(er)lo suo presio auere sormontato: ognaltro presio kessi trouaria.
 

 
 
 Suo cortese portamento
Mi fa di gioia dare 
Compitamente ferma sicuranza,
e.llo suo insegnamento 
mi difende di fare
ogna cosa ke sia contra innoranza:
farmi valere più k’eo non varria, 
pensando in ella più son confortato
d’avere, per sua grande caunoscenza, 
la mia intendenza, 
cio è gioia d’amore si altamente
com’ella sente,
per lo suo presio avere sormontato
ogn’altro presio ke.ssi trovaria.  

 
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